Treviso Calcio, Botter presidente: c’è l’investitura di Conte

Il primo cittadino non ha alcun dubbio sul futuro del club biancoceleste e conferma piena fiducia: «Spero che sia anche uno stimolo all'attuale rosa per dare il massimo nel finale di campionato»

Massimo Guerretta
Il sindaco di Treviso Mario Conte
Il sindaco di Treviso Mario Conte

L’investitura ufficiale ancora deve arrivare, ma la cerimonia stile medievale, con il cavaliere chino di fronte all’autorità suprema che sancisce il suo ruolo di paladino e guerriero, è già virtualmente realtà. Alessandro Botter diventerà il prossimo patron del Treviso.

Ne assume il controllo, con un pacchetto di maggioranza e una holding di soci solidissima - così dicono i rumors - tanto che il suo progetto riceve la benedizione “papale” di Mario Conte, cresciuto a pane e Treviso Calcio.

Sindaco, che ne pensa di questo cambio societario?

«Se penso che pochi anni fa il Treviso era quasi scomparso... Dobbiamo riconoscere che abbiamo messo insieme le società del territorio. Poi con il supporto di Gigi Sandri siamo riusciti ad affrontare dei campionati difficili, lui ha avuto un ruolo fondamentale. Poi si è rafforzato il Consorzio, che ha dato una stabilità davvero notevole, grazie alla bravura di Marco Pinzi, che ha dato davvero i natali alla creatura. Adesso con la salita di Alessandro Botter e il nuovo progetto - che vede sempre il supporto del Consorzio - cominciamo ad avere delle prospettive importanti. Dobbiamo stringerci tutti attorno a Botter per sostenerlo, nel suo progetto c’è una vittoria della città e del calcio. Ve lo dico: i tempi dei guai economici non torneranno più».

Vi hanno tenuti informati passo, passo?

«L'amministrazione è sempre stata coinvolta: abbiamo fatto una grande operazione di salvataggio, l'obiettivo del Comune è che il Treviso sia sempre in buone mani».

Fa lei da garante?

«Sì, per città e tifosi. Mi fido delle persone, hanno grande forza economica, ma soprattutto ci sono dei progetti molto ambiziosi: il nuovo corso di Botter sarà un’entità virtuosa».

Il suo riferimento va solo alla prima squadra?

«Tutt’altro. Mettiamo al centro un settore giovanile in continua crescita. L’ amministrazione ha investito sui campi sintetici, sosterremo tutte le realtà che guardano ai giovani come un'opportunità sociale».

Campi sintetici: ne arrivano altri?

«Sì, vogliamo raddoppiare San Bartolomeo. Poche manutenzioni e un alto indice di utilizzo, diventa perfetto».

Treviso come punta dell’iceberg del movimento?

«Sosteniamo tutte le realtà sportive del territorio, però voglio dire in questo caso il Treviso è la punta di diamante, in grado di trascinare tutti. È una società inclusiva».

Un progetto che andrà a segno indipendentemente dalla categoria?

«Adesso ci aspettiamo i risultati. In campo puoi trionfare o puoi perdere, però da un punto di vista societario abbiamo vinto la Champions League. Spero che sia anche uno stimolo all'attuale rosa per dare il massimo in questo finale di campionato per cercare di anticipare un salto di categoria che è uno degli obiettivi che la nuova società si pone».

Il Consorzio in che vesti resta?

«Sarà socio di minoranza, ma resta e l'importanza di ogni singolo consorziato è fondamentale. Per noi ogni persona che contribuisce in ogni forma al bene del Treviso è un socio onorario».

Chiede un salto di qualità anche ai tifosi?

«Loro sono encomiabili. I tifosi non sono semplicemente pubblico che paga il biglietto o si fa l'abbonamento. Per noi sono davvero compagni di viaggio in questa avventura».

Il Tenni sarà adeguato in caso di promozione?

«I progetti sono ambiziosi. Vogliamo che lo stadio non sia soltanto un'arena del calcio, ma possa diventare anche qualcosa di più fruibile per la città, anche per altri tipi di eventi. Il Tenni ha la sua età, va un po’ sistemato. Faremo degli studi di fattibilità per capire come muoverci, poi gli investimenti li farà la società, l'obiettivo è quello di avere una casa che sia accogliente e moderna».

Siete pronti in caso di promozione?

«Non serviranno interventi particolari, ma li faremo a prescindere. Saremo pronti. Ecco, stiamo parlando di progetti sportivi e non più di problemi societari, vicende che avevano ahimè caratterizzato il mondo del calcio a Treviso per troppi anni. Preparativi, per anni sarò bello parlare di questi progetti con la serenità di avere una società solida alle spalle».

Anche l’arrivo dei giovani dall’Arabia a H-Farm per poi venir “coltivati” dal calciatori nel Treviso va in questa direzione? Ci sarà anche qualche finanziatore saudita?

«Certo dà la possibilità di entrare in contatto con finanziatori che possono sposare questo progetto. Chiariamo: amo la territorialità, tant'è che Botter e il Consorzio ne sono i primi testimoni, ma non facciamo un mistero che se arrivano risorse importanti anche da altri parti purché abbiano i nostri stessi valori, vanno benissimo. Le cordate improvvisate non le voglio più vedere. L’amministrazione comunale garantisce i progetti di qualità».

Sembrerebbe tutto apparecchiato per la promozione, eppure...

«Serve la remuntada, ci dobbiamo credere. Partiamo da domenica con il Villa Valle, incontrerò i giocatori prima della partita perché bisogna tornare a vincere anche in casa. La rosa è forte, io ci credo, i giocatori indossano una maglia che ha una storia gloriosa che va onorata: massimo impegno e non mollare fino alla fine».

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