Federica Brignone, oro mondiale in gigante 28 anni dopo Compagnoni
La campionessa ha dominato con il miglior tempo anche la seconda. Sul podio Robinson e Moltzan, male Goggia e Della Mea
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Oro mondiale su cristallo di neve. Federica Brignone si mette al collo una medaglia dal sapore leggendario. Quello che mancava alla sua già straordinaria carriera è arrivato ieri a Saalbach dove, sulla pista Schneekristall, baciata dal sole si è aggiudicata la vittoria in gigante, “madre” di tutte le discipline. Un’impresa.
Concorrenza di qualità ed agguerrita, distacchi minimi soprattutto nella fase caldissima della seconda manche, quella conclusiva che ha visto la Brignone scendere per ultima. L’urlo di mamma Ninna al traguardo è stato il preludio al trionfo azzurro: dopo Deborah Compagnoni, finora unica atleta azzurra in grado di vincere l’oro in gigante, ecco Federica Brignone. Nel giorno di San Valentino sono tutti innamorati di lei.
La gara
Già nella prima manche la Brignone aveva fatto intuire le battagliere intenzioni di giornata. Sciata perfetta e primo distacco importante su Alice Robinson, che pure aveva fatto un garone. Cuori impazziti nel finale della seconda manche quando l’alternanza al leader corner si è fatta intensa (chiamando in causa anche Lara Colturi). Il silenzio ha avvolto la discesa dell'ultima atleta in gara: Federica Brignone. L’iconico casco con la tigre, l’ultima spinta dello skiman di fiducia Mauro Sbardellotto e una sciata a metà tra lo stile eccelso e lo strapotere fisico. Risultato? Luce verde e medaglia d’oro: chapeau.
Il podio
Secondo posto e medaglia d’argento per Alice Robinson, terzo per Paula Molzan, addirittura a 2”62 dalla vincitrice di giornata a testimoniare che tipo di impresa è riuscita a mettere a segno la carabiniera valdostana. Per una Brignone in visibilio c’è da registrare la giornata tutt’altro che allegra per il resto della truppa azzurra impiegata in gigante. Fuori causa sia Marta Bassino che Sofia Goggia, quest’ultima incappata una scivolata tanto banale quanto difficile da digerire, soprattutto dal punto di vista psicologico. Nulla da fare anche per Lara Della Mea che ha deciso di non prendere parte alla seconda manche.
Il sogno che si avvera
«Questo è un risultato che sognavo da una vita. Realizzo un sogno – ha detto una Federica Brignone apparsa quasi frastornata – sapevo di avere un bel vantaggio dopo la prima manche, questo mi ha tranquillizzato. Mi sono detta di stare calma, potevo contare anche sul buon feeling con questa neve e questa pista. Faccio ancora fatica a realizzare. Ai Mondiali conta tutto o niente. Ho vissuto bene tutta la giornata. Le cose diventano più complicate quando sei al comando dopo la prima manche, ma ho cercato sempre di rimanere concentrata. Quando ho passato il traguardo speravo solo di vedere il numero uno, sinceramente non sapevo cosa aspettarmi. Raggiungere un risultato del genere, con tutti gli occhi puntati addosso, mi rende contentissima ed al tempo stesso ancora più orgogliosa del mio percorso».
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