Benetton Rugby: vittoria al cardiopalma con Cardiff

Albornoz trasforma un calcio a pochi minuti dalla fine regalando il successo ai Leoni 

Andrea Passerini
Albornoz protagonista del match con Cardiff (Foto Film)
Albornoz protagonista del match con Cardiff (Foto Film)

Un pallone meta buttato via davanti alla linea (Halafihi). Altri due ovali d’oro persi nei 5 metri avversari. Due gialli dilapidati, senza marcare un punto agli avversari nei 20 minuti di superiorità.

Ha fatto di tutto, il Benetton, per non vincere una partita diventare un gigantesco “ciapa no”, tra falli (soprattutto gallesi), passaggi in avanti, calci alti a gogò . Poi la sciocchezza di Umaga, che anziché calciare dava il tenuto ai 7 metri ai Cardff, e dalla penaltouche, arriva la percussione del pilone Lloyd, con 4 Leoni addosso. E Benetton sotto di 2, a 15’ dalla fine, dicendo grazie a Sheedy che non trasformava.

E alla fine è mancato poco che riuscisse davvero a non vincerla. E se lo ha fatto, è perché negli ultimi 5 minuti, sotto di 2, ha fatto qualcosa di miracoloso. Dopo 3 calci contro rimediati nella ripresa, la chiusa ha procurato un calcio, che Albornoz si è incaricato di piazzare tra i pali , per il sorpasso.

E poi, un contrattacco che portava al terzo giallo avversario, e alla conservazione finale del pallone lasciando trascorrere il cronometro a suon di miniruck. E’ andata bene, benissimo, e questi 4 punti davvero d’oro, in una giornata da dimenticare e ringraziando pure gli avversari diretti caduti nel weekend. I Leoni entrano in zona playoff, ma certo bisogna cambiare passo e qualità del gioco.

Dice tutto che Treviso fosse riuscita a mettere la testa, nel primo tempo, avanti solo ad un battito dallo scadere, con una meta tecnica su maul collettiva fatta crollare dai gallesi. Nemmeno con l’uomo in pi i leoni avevano segnato punti, anzi , persa maul in 7 contro 8 .

E attenzione, se Trevsio era rimasta in vita lo si doveva alla sciagurata scelta di Dan Thomas che a campo aperto, di fronte Smith e con l’estremo che aveva squarciato la difesa trevigiana, riusciva a mettere il calcetto nella mani di Smith. Pazzesco, tanto più che da Rhyno, non brillante al piede, partiva e si procurava calcio e giallo per l’intervento poco ortodosso di Donnell, che andava fuori 10.

Ma quanta fatica a recuperare le due mete iniziali, subite con difesa colpevole attorno ai raggruppamenti (Mac Rae, pensaci tu più che mai). Buon che Albornoz, sul 3-10, avesse trovato il varco sotto pali su giocata da penaltouche. Ma è stata l’indisciplina a tenere banco (Tmo a fare gli straordinari). E qui, Treviso alla fine faceva valere la sue maggior correttezza.

Preoccupano la pochezza del gioco le scelte, la frenesia. No, in attacco non ci siamo proprio. Ma Treviso è ancora vivo...

 

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