Agiurgiuculese, sentenza choc: un anno di stop. Antidoping saltato, addio al sogno Olimpiadi

Il tribunale sportivo sanziona la 22enne di Cordignano, star della ginnastica ritmica, per mancata reperibilità. «Errore commesso in buona fede»
Mattia Toffoletto
Alexandra Agiurgiuculese durante un esercizio alla palla
Alexandra Agiurgiuculese durante un esercizio alla palla

Tre controlli saltati in un anno e mancata reperibilità: squalifica di un anno del Tribunale nazionale antidoping per Alexandra Agiurgiuculese. Per la stella della ginnastica ritmica, primo storico oro azzurro individuale in Coppa del Mondo nel 2019 e olimpica a Tokyo 2021, la sanzione (con decorrenza da venerdì 28 luglio) significa addio ai Giochi di Parigi che scatteranno il 26 luglio 2024 (non avrà tempo per gareggiare prima).

Entrando più nel dettaglio, la 22enne di Cordignano di origini romene è incappata, codice Wada alla mano, nei "whereabouts failures", saltando tre test antidoping fuori competizione a sorpresa (la squalifica è irrogata dopo il terzo "missed test"), per non aver comunicato la reperibilità nella piattaforma Adams. Nell'ultimo caso, era appena rientrata dal Giappone e non aveva avvisato di trovarsi in Portogallo (per una competizione) invece che a Milano dove abita (s'allena all'Accademia di Desio). Il codice antidoping prevede fino a due anni di squalifica, ma è stata riconosciuta la buona fede, così l'atleta dovrà scontare solo 12 mesi di stop.

Il futuro agonistico? «Non è un addio, ma un arrivederci», puntualizza sui social. Ora trova una spiegazione, ad ogni modo, l'assenza recente di Agiurgiuculese ai Tricolori e alla tappa di Coppa del Mondo a Milano, dopo la partecipazione in maggio agli Europei di Baku. È stata lei stessa a comunicare ai fans la squalifica sui social, a poche ore dall'udienza al Tribunale antidoping. Forse per spegnere sul nascere possibili illazioni, mettendo in chiaro le cose.

«Ho ricevuto la notizia della mia squalifica di 12 mesi da parte del Tribunale nazionale antidoping in conseguenza di un controllo che ho involontariamente saltato semplicemente perché, appena tornata dal Giappone dopo un lungo e faticoso viaggio, e ancora stordita dal fuso orario, non avevo comunicato a chi di dovere che, invece di essere a casa mia a Milano, mi trovavo in Portogallo per una gara», il suo post, «un errore commesso in totale buona fede, anche perché non sono scappata da nulla e da nessuno, trovandomi in sede di gara internazionale dove facilmente potevo essere sottoposta a un controllo antidoping».

Poi la ginnasta aggiunge: «Ho sbagliato perché le regole sono regole e vanno sempre rispettate, come le ho sempre rispettate in pedana così vale anche fuori. Ho lottato affinché mi fosse data la sanzione più adeguata possibile al mio effettivo comportamento, frutto solamente di una semplice dimenticanza, non essendo io in alcun modo stata accusata di aver assunto sostanze vietate. Spesso e volentieri capita di inciampare e cadere, ma l’importante è rialzarsi sempre». Lo sguardo proiettato al futuro, il desiderio di riscatto dopo una squalifica che l'allontanerà per un anno da tutte le competizioni. 

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