Intelligenza artificiale nell’assistenza sanitaria. Padova disegna il futuro
«L’intelligenza artificiale per il medico sarà l’equivalente di computer e il calcolatore per l’ingegnere: non è che con questi mezzi gli ingegneri hanno smesso di lavorare, hanno potuto dedicarsi a cose più intelligenti e interessanti».
Così il professor Gaudenzio Meneghesso direttore del Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Università di Padova ha spiegato l’utilizzo dell’intelligenza artificiale in sanità. Un tema controverso, in cui la sfida starà in larga parte nel trovare un equilibrio tra opportunità e rischi.
Di tutto questo si parlerà nel corso della conferenza “L’intelligenza artificiale per l’assistenza sanitaria, modellare il futuro delle scienze”, la due giorni dedicata (21 e 22 marzo), nell’ambito del Forum mondiale della salute, al Centro congressi della Fiera di Padova.
«Saranno giorni dedicati a investigare ed esplorare al meglio con ospiti internazionali e secondo il punto di vista di più discipline le potenzialità dell’intelligenza artificiale applicata alla medicina» conferma la rettrice Daniela Mapelli «verranno studiati i vantaggi sul fronte di diagnosi precoce, prevenzione e cure personalizzate, ma anche i rischi, ad esempio dal punto di vista della privacy».
A Padova la sperimentazione
Del resto, proprio a Padova c’è l’unica Anatomia Patologica ad aver ottenuto i fondi del Pnrr per dare vita a un processo di digitalizzazione massiva dei preparati istologici che entro la fine dell’anno saranno acquisiti, scannerizzati e online a disposizione di tutto il Veneto. Un’evoluzione che aiuterà a rendere più accurati i processi di valutazione, ad esempio, dei biomarcatori in oncologia, in modo da indicare le migliori terapie acquisendo accuratezza, precisione e velocità altrimenti impensabili.
«Una decina di anni fa ,quando sono stato coinvolto nei primi esperimenti di diagnostica con l’intelligenza artificiale, chiedevo sempre ai miei interlocutori se la usassero perché non si fidavano dell’intelligenza mia e dei miei colleghi» scherza il professor Angelo De Tos, presidente della Scuola di Medicina dell’Ateneo, nonché direttore del Dipartimento di Diagnostica Integrata e dell’Anatomia Patologica dell’Azienda Ospedale Università di Padova che guida il progetto «in realtà questo meeting ha particolarmente senso in un contesto come Padova perché è storicamente il luogo dell’innovazione in medicina, è il posto in cui nel 1700 si è inventata non solo l’anatomia patologica ma è stato il luogo della rivoluzione del sapere medico a livello internazionale, in cui si è scoperta la circolazione e si è sviluppata un’attività di assistenza, ricerca e formazione abbastanza unica nel contesto del nostro Paese ma anche in quello internazionale. E non posso che ringraziare la Regione se oggi abbiamo un primo progetto finanziato per l’intelligenza artificiale in diagnostica che stiamo implementando da alcuni mesi. Dopodiché noi abbiamo come compito la formazione e l’intelligenza artificiale ci consente di sviluppare modelli di educazione, monitoraggio e competenze prima completamente sconosciuti».
L’evento
L’obiettivo è fare dell’evento – presentato martedì 12 marzo al Bo con la partecipazione dell’assessora comunale Margherita Cera, dei presidenti di Camera di Commercio e Fondazione Cariparo Antonio Santocono e Gilberto Muraro – un appuntamento stabile nell’ambito dell’innovazione medica.
«L’idea è di creare un momento di incontro tra professionisti, ricercatori, medici e aziende per capire insieme dove ci sta conducendo l’intelligenza artificiale che, se usata bene, porterà grandissimi vantaggi in termini di qualità, efficienza e riduzione delle attese. Pur evitando i lavori ripetitivi, il medico rimarrà il motore di tutte le decisioni» sostiene Meneghesso che presiede la conferenza assieme al professor Roberto Vettor, direttore del Dipartimento di Medicina che aggiunge: «Più dati ho a disposizione più importante è usarli in modo opportuno servendo il paziente, non la malattia. Il successo di questo evento è dovuto alla fama dell’Ateneo, un lasciapassare a livello internazionale».
Chiosa Massimo Annicchiarico, direttore generale della sanità veneta: «Siamo nel pieno di un cambiamento e la velocità con cui avviene ci obbliga a essere altrettanto veloci, attenti e consapevoli. Questa è un’occasione straordinaria per portare il nostro servizio sanitario a un livello ancora più elevato sia dal punto di vista dell’appropriatezza che dei vantaggi, ma dovremo essere in grado di governarla».
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