Navarria e Rizzi, le regine della spada protagoniste a Sport Business Forum

Le spadiste friulane un mese dopo il trionfo ai Giochi: «La scherma aiuta a trovare soluzioni nella vita»
Antonio Simeoli
Mara Navarria e Giulia Rizzi ritratte da Massimo Jatosti
Mara Navarria e Giulia Rizzi ritratte da Massimo Jatosti

Le nostre regine di spada. Friulane, che si allenano a Treviso. Con le siciliane Alberta Santuccio e Rossella Fiamingo un mese e mezzo fa alle Olimpiadi hanno fatto sognare l’Italia vincendo al Grand Palais di Parigi la medaglia d’oro nella spada a squadre a casa dei galletti. E contro le francesi.

Sono Mara Navarria, mamma e alpina di 39 anni, che a Parigi ha chiuso una splendida carriera che l’ha vista, tra l’altro, vincere anche il Mondiale individuale nel 2018, e Giulia Rizzi, poliziotta di 35 anni, la new entry in squadra dopo una stagione fantastica.

Mara Navarria e Giulia Rizzi incontreranno il pubblico venerdì 13 settembre a Belluno. L’appuntamento è alle 18 in Sala Zanardelli a Palazzo dei Rettori, in via Duomo, 38. A condurre sarà Antonio Simeoli, caposervizio sport del Messaggero Veneto.

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L’intervista 

Mara e Giulia cosa vi rimane di quella splendida cavalcata un mese e mezzo dopo?

Mara: «Le stoccate che ricorderò per sempre. I miei bersagli preferiti. È stato il mio ultimo assalto internazionale. Ho salutato la pedana e sono grata alla scherma di come mi ha forgiata come donna».

Giulia: «Resta un ricordo che è ancora carico di emozione. Ogni tanto vado a rivedere i video della finale e ancora a un mese e mezzo di distanza provo le stesse intense emozioni».

L’oro olimpico come cambia una atleta?

Mara: «Questa medaglia mi ha cambiato e mi sta cambiando molto. Affetto infinito, occhi lucidi ed emozioni che hanno colpito il cuore che ha gioito per noi da lontano, dalla spiaggia al divano, e che ha condiviso questa nostra impresa».

Giulia: «Questo successo mi ha dato tanta visibilità che prima non avevo e che non avrei mai immaginato, soprattutto qui in Friuli. È stato come vivere in un sogno perché siamo state accolte con affetto e stima in molti eventi, da tante persone. A parte la visibilità è però stata un’iniezione di autostima e la comprensione del valore che ho come atleta e persona».

Ora avete tifosi come nel calcio, qual è il rapporto con i vostri sostenitori?

Mara: «I più rumorosi per ora sono stati i tifosi della “curva dell’Udinese": davvero impressionate il coro ricevuto in piazza a Udine. Poi ci sono tante persone educate che mi fermano per strada e volentieri firmo autografi e faccio foto. Sui social ho cercato di rispondere a tutti. Con rispetto cerco di essere disponibile soprattutto con i bambini e i ragazzi».

Giulia: «Le persone che conosco e che fanno parte del mio entourage mi hanno travolta di complimenti e affetto, ma poi anche tantissime persone sconosciute che mi hanno scritto i complimenti, alcune che con questa vittoria e il mio percorso hanno ricevuto una spinta per andare avanti anche nella loro vita. Questo mi ha riempito il cuore».

Isolate un momento precedente e uno successivo alla finale.

Mara: «Le serenità della mattina della gara è stata davvero un bel regalo per me, arrivata nel momento giusto. Dopo questa avventura ho dormito una notte in malga Lavareit in Carnia: un silenzio particolare, profumo di fieno. Grazie al buio pesto ho ammirato le stelle brillare e cadere come tutte le estati. Adoro esprimere desideri, ma quella sera ho solo ringraziato per quello che sono».

Giulia: «Un momento prima della vittoria è stato quando sono arrivata a Parigi. Rivedere la città dopo un anno che non ci tornavo e dopo averci vissuto per sei anni continuando a chiedermi cosa aveva in serbo questa Olimpiade...E il finale lo conosciamo...».

Se doveste girare uno spot per attirare aziende al mondo della scherma come lo fareste?

Mara: «Uno spot con una bella spada con una coccia intarsiata e bella appuntita. Con una serie di immagini dove la scherma si può fare ovunque: a teatro, a scuola, per strada e in casa. Per raccontare come sia divertente trovare soluzioni per la vita di tutti giorni come noi facciamo in pedana».

Giulia: «Mi piacerebbe trasmettere che dietro il risultato e le medaglie d’oro c’è un percorso personale di ognuna di noi. So che potrebbe spingere tante persone, sia bambini che adulti, ad affiancarsi a questa disciplina. Perché ci sono tanta passione, talento, dedizione sacrificio, bravura vittorie e forse più sconfitte. Ma tutto ciò fa la bellezza di questo sport».

I vostri prossimi obiettivi?

Mara: «Il lavoro che farò da grande non è ancora stato deciso. Sicuramente mi ritroverete in palestra con la maschera, vestita di bianco ma anche di nero (di solito si vestono così i Maestri), ma sarò solo un pezzo della mia strada futura».

Giulia: «Riparto con la stagione di Coppa del Mondo a novembre, la scherma farà ancora parte della mia vita per qualche anno: punto ad arrivare a Los Angeles 2028».

Sinner è il fenomeno del momento, cosa vorreste dirgli?

Mara: «Ciao Jannik, ho visto solo la finale dell’Us Open, scusami, ma sono state settimane cariche di impegni dopo Parigi. Mi stupisce come tu faccia sembrare semplice una cosa pazzesca: complimenti per come riesci a trasformare il gioco, come riesci a cambiarlo in campo. Mi piacerebbe vedere una tua partita dal vivo, ci vediamo agli Internazionali. Buon recupero e buon lavoro per il prossimo obiettivo. Mandi Mara».

Giulia: «A Jannik direi che lo ammiro profondamente per la calma e la freddezza con cui affronta le sue sfide. Per essere così giovane è sorprendente anche perché a me ci è voluta un’intera carriera per arrivare a questo livello».

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