La Cima Coppi del Giro d’Italia vacilla: sullo Stelvio pericolo valanghe

Allarme per la tappa del 21 maggio: fa troppo caldo in quota. Ma il freddo in arrivo potrebbe aiutare gli organizzatori

Antonio Simeoli

PERUGIA. Il Giro punta verso sud con Pompei, alla partenza di martedì, il punto più a sud e, come sempre in questi anni, tiene banco la questione transitabilità dei passi a quote più elevanti nell’ultima settimana causa neve. Viste le abbondanti precipitazioni a primavera inoltrata, il circoletto rosso è posto da giorni sulla tappa numero 16, la Livigno-Santa Cristina Val Gardena di 202 km. Perchè dopo 33 km i corridori inizieranno la scalata al Passo dello Stelvio, 20 km a 2.758 km di quota. Semplicemente la Cima Coppi.

«Sullo Stelvio il pericolo valanghe è troppo elevato – ha detto Olaf Reinstadler, presidente della locale commissione valanghe – il problema non è la strada, ma lo sono i pendii sovrastanti che sono ancora pieni di neve e con le temperature elevate di questi giorni si possono verificare distacchi spontanei». Una pietra tombale sulla possibilità che quel giorno la carovana rossa scenda verso la Val Venosta e piano B con Ubrailpass (bivio a 3 km dal passo), e ingresso in Italia dalla Svizzera? In patica la salita affrontata alla corsa rosa del 2017 in salita quando poi vinse Nibali a Bormio e Dumoulin nella Val Mustair ebbe il celebre malore?

No. Almerno non ancora. Intanto in quota gli organizzatori della Valtellina stanno liberando la strada da metri di neve. Col meteo come alleato: nei prossimi giorni tornerano freddo e neve. Per allontanare il pericolo valanghe e far passare il Giro.

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