Da 9 sodalizi di Ronchi dei Legionari l’appello al voto per un’Europa unita
RONCHI DEI LEGIONARI L‘8 e il 9 giugno si rinnova il Parlamento europeo e tutti sono chiamati al voto. A Ronchi dei Legionari Acli, Aned, Anpi, Auser, Fnp-Cisl, Jadro, Leali delle Notizie, Spi-Cgil e Udi hanno deciso di lanciare un appello a otto giorni dall’appuntamento con le urne.
«L’Unione Europea – si legge – ha bisogno di una profonda svolta per rafforzare i principi costitutivi, i valori fondativi che portarono alla sua nascita, a cominciare dai diritti umani. Una politica comune è necessaria. Una politica che contrasti ogni forma di discriminazione razziale e xenofoba con scelte improntate all’uguaglianza e alla collaborazione. Il ritorno dei nazionalismi allarma perché, nella storia, anche quella recente, hanno sempre causato l’uso della guerra, dei veti, dei ricatti come soluzione alle controversie internazionali. Non è tempo di divisioni e contrapposizioni, è necessaria l’unità di intenti per emarginare i portatori del contagio dei nazionalismi e quanti intendono fa ricadere l’Europa in un clima di paura e chiusura». I proponenti sottolineano come Ronchi dei Legionari, la sua gente, senta tutto questo come un dovere imprescindibile.
Un’esigenza profonda che nasce dall’aver praticato e condiviso da 50 anni lo spirito europeista con sentimenti e azioni di amicizia, fratellanza, solidarietà con i popoli vicini. «È con orgoglio – aggiungono i firmatari – che ricordiamo i gemellaggi con Metlika (1968) e con Wagna (1969) fortemente voluti dall’amministrazione comunale guidata dal sindaco Umberto Blasutti, mantenuti e rafforzati da tutte le successive amministrazioni, costruiti in anni non semplici in cui i confini e le scelte politiche tendevano più a dividere che ad unire». Per queste sue scelte la città è stata insignita del Diploma d’onore (1993), della Bandiera d’Europa (1994) e della Targa d’onore del Consiglio d’Europa (1994). «È per tali motivi che invitiamo i nostri concittadini ad andare a votare per sostenere e costruire l’Europa come casa comune, migliorandola, rendendola più coesa – concludono – e rafforzando le sue regole democratiche».
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