Lido, la spiaggia cambiata dalle nuove correnti. «Sabbia erosa dalla lunata del Mose»
Che qualcosa lungo la spiaggia del Lido sia cambiato, lo si nota a vista d’occhio. Arenile sempre più ampio e ricoperto spesso e volentieri di conchiglie come mai prima d’ora nel tratto compreso tra San Nicolò, vicino alla bocca di porto e al Mose; bagnasciuga sempre più sottile nel tratto tra Des Bains, Consorzio e Quattro Fontane; spiaggette in continua espansione ai Murazzi, un tempo caratterizzati dall’accesso al mare direttamente dagli scogli mentre ora si piantano gli ombrelloni come nulla fosse.
A notare questa trasformazione, però, non sono solo i residenti. Alessandro Rizzo, presidente del Consorzio degli stabilimenti balneari, non ha dubbi.
«Persi 40 metri di spiaggia»
E gli effetti di questo fenomeno li osserva preoccupato, da tempo, proprio davanti allo stabilimento del Consorzio Alberghi da lui gestito, tra i più colpiti da questa vera e propria erosione: «Dal 2015 ad oggi abbiamo perso 40 metri di spiaggia, quando c’è corrente forte la lunata realizzata per i lavori del Mose la spinge verso di noi».
L’indice è puntato contro la scogliera di un chilometro realizzata all’ingresso della bocca di porto di San Nicolò. Ma non solo.
«Oltre al fenomeno dell’erosione», continua Rizzo, «quello che vediamo è che quando le paratoie vengono alzate Venezia non viene colpita dall’acqua alta ma le mareggiate che si riversano sulla spiaggia sono sempre più forti, fino a raggiungere ormai la prima fila di capanne».
Il confronto con il passato
Della situazione al Consorzio è stato interessato anche l’architetto Gallo che, in effetti, nel corso di questi anni non ha potuto far altro che constatare il fenomeno.
«Anche guardando le fotografie aeree, e confrontandole con quelle del passato, sembra proprio che la corrente proveniente da nord “spari” in direzione Consorzio e verso gli stabilimenti balneari. La sabbia ormai sembra accumularsi a sud dell’isola, lato Murazzi e Alberoni».
Oltre al Consorzio, anche gli altri stabilimenti compresi tra lungomare Marconi e D’Annunzio sono alle prese con situazioni sconosciute fino ad ora. In Zona A, ad esempio, il bagnasciuga si è riempito di conchiglie come mai prima d’ora a parità di lavori di manutenzione. Probabile effetto, anche questo, di correnti più forti provenienti dalla lunata e dalla bocca di porto.
Pennelli e diga soffolta
Se è vero che studi recenti sul tema, al momento, non ce ne sono, un ruolo determinante nella trasformazione delle correnti potrebbero averlo giocato anche lo smantellamento e la ricostruzione dei pennelli lungo il litorale lidense da parte del Consorzio Venezia Nuova e la realizzazione della diga soffolta che però copre Pellestrina e il tratto Alberoni-Murazzi, ma non tutto il Lido.
A preoccupare gli esperti, comunque, c’è anche un fenomeno globalizzato di erosione delle coste e di innalzamento dei livelli del mare. I cui primi campanelli d’allarme, insieme agli effetti provocati dalla lunata, sarebbero proprio quelli oggi ben visibili al Lido.
L’innalzamento del mare
A confermarlo è l’ingegnere Antonio Rusconi, ex segretario dell’Autorità del bacino del Veneto e membro della commissione di Salvaguardia. Per Rusconi, l’erosione della spiaggia dipende da diversi fattori: il cambiamento climatico determina l’innalzamento del livello medio del mare e l’ovvio arretramento linea bagnasciuga.
Poi è importante la funzione svolta dal vento che sposta rilevanti quantità di sabbia a partire da quelle umide del bagnasciuga. Poi la subsidenza del terreno, fenomeno generalizzato a tutta la costa nord adriatica.
C’è la corrente litoranea che si muove in senso antiorario, quindi a scendere lungo le coste venete. Poi i detriti portati dai fiumi e spinti dalla corrente.
«Poi certo», dice l’esperto, «ci sono gli effetti legati alla costruzione della lunata che divide corrente litoranea in due parti che vanno letti in una cornice più ampia. Confermo che al Lido area Murazzi fino agli Alberoni stiamo assistendo a un ripascimento, questo è evidente.
La lunata di sicuro qualcosa ha cambiato, anche se mancano rilievi aggiornati. Ma gli effetti sono provocati anche dalla ricostruzione dei tanti pennelli realizzati dal Consorzio Venezia Nuova negli ultimi 30 anni».
Allargando il ragionamento, il problema principale riguarda l’innalzamento del livello del mare: 1 metro nei prossimi cento anni, come spiegato nei giorni scorsi da Andrea Rinaldo, premio Nobel dell’acqua.
«Questo si ripercuoterà sulla laguna e più in generale sull’assetto precario dei litorali e delle difese idrauliche», aggiunge Rusconi, «il territorio dovrà adattarsi, addirittura fino ad ipotizzare l’arretramento della presenza dell’uomo nei secoli futuri. Lo notiamo già ora in presenza di forti mareggiate sulle nostre spiagge».
Quello che al Lido si inizia a notare a vista d’occhio, con l’arretramento della spiaggia in certi tratti di litorale, potrebbe essere un primo campanello d’allarme di quello che succederà nei prossimi decenni.
Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso