Dal Circolo polare artico alla Terra del Fuoco, l’impresa in moto del veneto Cappella
Ex designer Aprilia, Alberto, 66 anni, fa sue le Americhe in sella per 44.444 chilometri. E’ partito in primavera per terminare il tour nei giorni scorsi. Vissuto a Trebaseleghe, ora si è trasferito a Noale
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Il 20 febbraio è arrivato ad Ushuaia realizzando così il suo sogno: Alberto Cappella, 66 anni di Trebaseleghe, designer dell’Aprilia in pensione, in sella alla sua Bmw Gs ha raggiunto la città argentina all’estremità della Terra del Fuoco, dopo aver percorso, nel corso di otto mesi, per un’incredibile coincidenza numerica, 44.444 km con partenza dal Circolo polare Artico (in Alaska).
Un’impresa straordinaria per Alberto Cappella, capace di attraversare in moto ed in solitaria America del Nord, American Centrale e Sudamerica.
La passione per le moto
Da giovane, impiegato pubblico al Comune di Borgo San Dalmazzo (Cuneo), dove è cresciuto, Alberto nutre una passione smisurata per i motori, tanto da decidere, un giorno, di inviare alcune sue bozze di progetti di moto al Centro Stile di Aprilia a Noale. I tecnici della casa veneziana notano le sue doti e lo chiamano per un anno di prova in azienda.
È la svolta della sua vita e per la sua famiglia che lo segue in Veneto, dove poi si svilupperà tutta la sua carriera. Dal 1999, Cappella con la moglie Angela ed i figli Giulia e Edoardo che oggi vivono a Noale, si trasferisce a Trebaseleghe. Passione e lavoro coincidono per il centauro piemontese, che disegna moto diventate icone nel mondo delle due ruote e viaggia tanto, da solo o con la famiglia.
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Il sogno
Fino al sogno concretizzato nella primavera del 2024: percorrere in solitaria da Nord a Sud l’intero continente americano. Dopo l’arrivo a Vancouver in Canada, dove il designer si è fatto arrivare la sua Bmw Gs, il prologo è stato il trasferimento a Tukytoyatuk, città più settentrionale del viaggio, sull’Oceano Artico.
Dal Circolo polare è partita l’avventura, in solitaria ma mai da solo, perché a sostenerlo da Trebaseleghe sono stati la moglie Angela, i figli ed i tanti amici che hanno tifato per lui via Instagram. «Con i social ci siamo tenuti sempre in contatto. Nelle difficoltà se l’è sempre cavata da solo», spiega la figlia Giulia. Tranne ad agosto, quando la famiglia l’ha raggiunto in Canada dove era caduto provocando danni alla moto, portando con loro i pezzi di ricambio, recuperati nella concessionaria Bmw Ceccato Motors di Padova.
Poi il viaggio di Alberto è ripreso: Dagli States al Messico, dal Canale di Panama e poi via giù attraverso le foreste, le pianure sconfinate e le catene montuose di Colombia, Perù, Bolivia e Cile, Cappella con la sua Bmw non si è più fermato fino alla Patagonia.
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Dopo quattro tagliandi completati, tra temperature variabili dai –5 ai 40 gradi, lungo con un percorso costruito giorno per giorno in cui Cappella ha dormito per la maggior parte dei mesi in tenda o in piccole strutture locali, arrangiandosi con l’italiano, il francese e con la sua straordinaria capacità di adattamento, l’arrivo a Ushuaia.
Nei giorni scorsi Alberto Cappella ha scritto: «È stata dura; un viaggio fantastico, in cui ho visitato posti magnifici e mi sono stupito anch’io per avercela fatta. L’importante è far finta che gli anni non passino», ha aggiunto con un sorriso.
Ora tutti lo aspettano a Trebaseleghe per raccontare come anche i sogni che sembrano impossibili si possono avverare.
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