Il Veneto Orientale scommette sul enoturismo: un piano per lanciare il settore

Dall’enoturismo alla digitalizzazione, il Masterplan della Venezia orientale punta sulla sostenibilità e sull’integrazione col patrimonio culturale per far crescere il settore vitivinicolo

Giovanni Monforte
Il mercato vitivinicolo nel Veneto Orientale in espansione
Il mercato vitivinicolo nel Veneto Orientale in espansione

«Rafforzare il legame tra buone prassi, buon prodotto e buon territorio», considerato il messaggio vincente da perseguire per un’efficace promozione. È il focus su cui si sofferma il Masterplan del vino della Venezia orientale che, con un’attenzione particolare alla sostenibilità, individua le opportunità da sviluppare per la crescita di un settore, quello vitivinicolo, che è tra i più importanti del territorio.

I vitigni nel Veneto Orientale
I vitigni nel Veneto Orientale

Dall’espansione dell’enoturismo alla crescita della produzione di vini biologici, dall’integrazione con il ricco patrimonio paesaggistico e culturale fino alla promozione digitale.

Ecco alcune delle ricette contenute nel masterplan, promosso e cofinanziato dalla Conferenza dei sindaci, insieme al Vegal e con capofila il Comune di Pramaggiore. Il documento sarà presentato il 27 marzo a Ca’ Corniani, invitato il ministro dell’Agricoltura Franceso Lollobrigida.

Numeri d’eccellenza 

La stesura del masterplan è stata accompagnata da alcuni incontri che hanno avuto al centro la riflessione sulla sostenibilità. Il documento offre una fotografia della viticoltura nel Veneto orientale. Nel complesso, i vigneti si estendono su più di 15.801 ettari di terreno.

Con oltre il 60%, Annone e Pramaggiore sono i Comuni con il rapporto più alto di superficie vitata sul totale dei campi coltivati, seguiti da Fossalta di Piave, Noventa e Portogruaro. Tra i vitigni più presenti, figurano la Glera (da cui si ricava il Prosecco) e il Pinot Grigio.

Il masterplan individua i punti di forza del territorio: la posizione strategica; la ricchezza culturale e le bellezze ambientali, dalla laguna di Caorle al Sile; un’area vocata alla viticoltura con produzioni di qualità come il Lison – Pramaggiore Doc; la presenza di un turismo diversificato, dalle località balneari alle mete d’arte.

Le superfici coltivate Comune per Comune
Le superfici coltivate Comune per Comune

Non mancano però le minacce, dall’impatto dei cambiamenti climatici (grandine, siccità, gelate fuori stagione) alla crescente competizione internazionale, fino alle crisi dei mercati in cui si esporta.

E le debolezze, quali l’aumento dei costi di manodopera, energia e materie prime. Oppure la frammentazione delle aziende, con molte imprese agricole di piccole dimensioni, che hanno risorse limitate per investire su innovazione, marketing e internazionalizzazione.

Le prospettive future 

«Come conferenza dei sindaci», spiega il presidente Alberto Teso, «puntiamo a mettere in rete le realtà migliori dei nostri 22 Comuni. Il vino è una delle qualità che ci contraddistingue. Inserire queste qualità in un percorso unitario, in un grande piano di promozione del turismo anche dell’entroterra è l’obiettivo che ci stiamo ponendo. Il masterplan del vino andrà collegato con quello dell’archeologia e della promozione turistica».

Fare rete tra il mondo del vino e le altre bellezze di questo territorio. In quest’ottica, il masterplan individua percorsi di integrazione dei vari progetti, come può essere un itinerario della via Annia con i musei di Altino, Portogruaro e Concordia. Oppure il progetto di un parco agroalimentare del Loncon.

Gli investimenti necessari 

«L’obiettivo del masterplan è creare delle prospettive per fare in modo che il Veneto orientale possa crescere, alla luce di quello che è il suo territorio», aggiunge Fausto Pivetta, sindaco di Pramaggiore, «Da un lato la potenzialità del turismo costiero. Dall’altro, una terraferma con un’impresa vitivinicola importante, che va valorizzata. C’è la necessità di creare delle sinergie tra le produzioni, affinché tutto il mondo del vino possa crescere. Creare un volano di attività, che possa far crescere tutto il territorio dal punto di vista turistico, non solo balneare ma anche gastronomico e della terraferma. È un lavoro di prospettiva, anche per determinare un brand a livello territoriale che ci possa rappresentare tutti».

Pivetta ricorda i progetti per le ciclabili cicloturistiche. Il masterplan individua delle opportunità di investimento: sviluppo dell’enoturismo, valorizzazione del patrimonio naturale promuovendo il turismo sostenibile, miglioramento dell’offerta turistica e commerciale attraverso tecnologie digitali, con l’impiego di piattaforme di prenotazione e una promozione online.

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