Veneto, persi oltre mille negozi nei centri storici: il report di Confcommercio
In Veneto, dal 2012 a oggi, si sono persi quasi 1.000 negozi nei centri storici e più di 1.600 nelle aree periferiche. Confcommercio lancia l’allarme sulla desertificazione commerciale e propone il progetto “Cities”

Il commercio in Veneto ha subito una riduzione significativa negli ultimi 12 anni. Secondo il report “Demografia d’impresa nelle città italiane”, presentato oggi a Roma da Confcommercio e dal Centro studi Guglielmo Tagliacarne, dal 2012 sono sparite 907 imprese nei centri storici e 1.643 fuori da essi, con un trend che si conferma anche rispetto al 2019.
Cosa dicono i dati
Il commercio al dettaglio, la ristorazione e gli alberghi hanno registrato una riduzione costante, con 274 attività in meno nei centri storici e 126 fuori da essi.
Per quanto riguarda i settori merceologici, aumentano solo le imprese legate alle telecomunicazioni, farmacie e commercio al dettaglio fuori dai negozi tradizionali, mentre diminuiscono attività come il commercio di prodotti alimentari, bevande, articoli culturali e altri negozi specializzati.
Nel settore ricettivo, si segnala una crescita delle attività di alloggio legate agli affitti brevi, ma una diminuzione dei bar e delle attività di ristorazione.
L'allarme di Confcommercio
Il presidente di Confcommercio nazionale, Carlo Sangalli, ha lanciato un appello: «La desertificazione commerciale minaccia la vivibilità, la sicurezza e la coesione sociale delle nostre città. Occorre sostenere le attività di vicinato. Senza commercio di vicinato, non c’è comunità».
Sangalli ha anche sottolineato che la situazione richiede un impegno serio delle istituzioni per preservare il tessuto economico e sociale delle città.
Le proposte di Confcommercio
In risposta a questa crisi, Confcommercio ha lanciato il progetto Cities, che mira a rigenerare le aree urbane e sostenere le economie di prossimità. Tra le proposte principali ci sono:
Rigenerazione degli spazi pubblici e dei quartieri: creare nuove infrastrutture, ridurre l'impatto del cambiamento climatico e migliorare il coinvolgimento delle imprese locali nella riqualificazione urbana.
Mobilità sostenibile: proposte per una logistica urbana a basso impatto ambientale, con l'uso di mezzi a zero emissioni e l'implementazione di piattaforme di smistamento delle merci nei quartieri.
Riapertura dei negozi sfitti: promuovere accordi tra Comuni, proprietari e associazioni per facilitare l'apertura di nuove attività commerciali in aree più fragili.
Gestione partecipata della città: la città come bene comune, con un modello di sviluppo partecipativo che coinvolga cittadini e imprenditori nella valorizzazione degli spazi urbani.
Tecnologie digitali per il commercio locale: utilizzare i Big Data e l’Urban Analytics per ottimizzare gli interventi di marketing e la gestione degli spazi pubblici.
Il sostegno alla comunità
In Veneto, come in altre regioni italiane, la perdita di imprese nei centri storici e nelle aree periferiche è un segnale preoccupante di un cambiamento che potrebbe alterare il volto delle nostre città.
Il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, ha concluso dicendo: «Speriamo che le istituzioni e gli imprenditori possano collaborare insieme per dare una nuova vita ai centri storici e alle aree urbane, per garantire un futuro di crescita e prosperità alle nostre città».
Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso