La storia di Rossana: «Truffata da un uomo, ho perso mio marito e migliaia di euro»
La donna aveva conosciuto un tal Roberto su Instagram: «Mi capiva ed è riuscito a creare in me una dipendenza»

«Voglio far sapere al mondo come queste truffe distruggano le persone». È questo l’intento di Rossana Tescaroli, 56 anni, vicentina, che dopo essere caduta in una truffa affettiva, perdendo migliaia di euro, mandando all’aria il suo matrimonio e arrivando a pensare addirittura al suicidio, ha deciso di scrivere un libro, “Anima DiAmante”, proprio per mettere in guardia le persone su questo triste fenomeno. Ieri mattina Rossana ha raccontato la sua storia a Palazzo Santo Stefano, sede della Provincia, in occasione della Giornata internazionale della donna.
«Avevo 50 anni quando ho conosciuto su Instagram un uomo, Roberto Sanchez. Prima di quel momento ero una signora normalissima, con una figlia poco più che adolescente, un matrimonio che durava da 15 anni, un lavoro e una casa».
È Roberto a contattare Rossana: «Era un uomo normalissimo, né particolarmente bello, né particolarmente intelligente. Mi aveva detto di essere vedovo e con due bambini. Abbiamo iniziato a chattare, senza malizia. Sembrava però sapermi leggere dentro. Mi capiva come nessuno, mi stava vicino come nessuno, e con il tempo sono diventata completamente dipendente da questa chat».
Ma dietro a questa chat non c’era in realtà nessun Roberto Sanchez. «Come ho scoperto, purtroppo troppo tardi, dietro a Roberto c’era una squadra di professionisti, o meglio di delinquenti, formata da 5 o 6 persone, tra cui c’è sempre una donna, da falsari di documenti, psicologi, hacker.
Ti annebbiano il cervello e arrivi a credere a tutto quello che ti dicono. Utilizzano un metodo manipolatorio. E io non sono mai stata una donna debole».
Ma questo per i primi mesi Rossana non l’aveva ancora capito, e così ha continuato a sentire Roberto assiduamente. Finché non è crollato tutto. «È arrivato uno tsunami che ha cancellato la mia vita.
Mio marito ha avanzato una richiesta di separazione con addebito, e nel frattempo Roberto ha iniziato a chiedermi soldi. Prima 200 euro, poi 600 euro. Alla fine quando è arrivato a chiedermene 6 mila ho iniziato ad aprire gli occhi. Avevo perso tutto, mi sentivo stupida e colpevole e ho pensato anche di farla finita. Mi ha salvata mia figlia».
Rossana oggi fa parte di Acta, associazione nata nel 2014, proprio con l’obbiettivo di contrastare le truffe affettive.
«Purtroppo, sebbene viviamo in un’epoca di grandi connessioni e possibilità, le donne devono affrontare nuove forme di violenza», ha detto Vincenzo Gottardo, consigliere provinciale. «Un fenomeno preoccupante e che merita attenzione è proprio quello delle truffe affettive in ambiente digitale. Un tipo di manipolazione che si affronta innanzitutto con l’informazione».
«Le truffe affettive sono solo l’ultima forma di violenza che si aggiunge ad altre modalità con cui le donne subiscono vessazioni e che come istituzioni siamo chiamati a fermare», ha aggiunto la consigliera provinciale Eleonora Mosco.
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