È morto il ragazzo di 22 anni accoltellato in centro a Treviso

Francesco Favaretto è deceduto lunedì 23 dicembre al Ca’ Foncello: era stato colpito al collo e al torace con un coccio di bottiglia e un coltello il 12 dicembre in via Castelmenardo. Tre persone in carcere, tra cui un minore. Si indaga sulla premeditazione

Rossana Santolin
I rilievi dopo l'accoltellamento in via Castelmenardo
I rilievi dopo l'accoltellamento in via Castelmenardo

Non ce l’ha fatta Francesco Favaretto, 22 anni, trevigiano del quartiere di San Liberale, accoltellato il 12 dicembre scorso in centro a Treviso, in via Castelmenardo, al culmine di una rissa per questioni di droga.

Il decesso è sopraggiunto nella mattinata di lunedì 23 dicembre all’ospedale Ca’ Foncello di Treviso, dove Favaretto era stato trasportato in condizioni disperate, in particolare per le ferite alla gola e al torace provocate da un coccio di bottiglia di vetro e dalla lama di un coltello.

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Tre persone, tra cui un minore, sono in carcere per l’episodio

Le indagini e l’ipotesi premeditazione

Con la morte di Francesco Favaretto cambia il quadro dell’indagine sull'aggressione. L’accusa di tentato omicidio a carico dei tre destinatari della misura cautelare in carcere ora è di omicidio. Due di loro sono maggiorenni, il terzo è un 15enne. Minorenni sono anche gli altri cinque giovanissimi presenti quella sera che dovranno rispondere dell'accusa di rapina aggravata.

Martedì 24 dicembre i due ragazzi di 18 e 19 anni in carcere a Santa Bona dovranno affrontare l’interrogatorio di garanzia.

C'è anche una quarta persona indagata, in questo caso a piede libero, con l'accusa di omicidio e tentata rapina: si tratta della 19enne ritenuta inizialmente l'esecutrice materiale dell'aggressione.

L'attività investigativa della squadra mobile, coordinata da Luca Lovero, ha permesso di ricostruire le diverse fasi della violenza che, ipotesi al vaglio degli inquirenti, potrebbe essere stata premeditata. Francesco quella sera aveva dell'hashish di cui i suoi aggressori volevano impossessarsi, presumibilmente per un debito non riscattato.

La vittima è stata accerchiata, presa a calci e a pugni. Al tentativo di difendersi, Francesco è stato colpito con una serie di fendenti, di cui uno, potenzialmente mortale lo ha raggiunto al torace, e in seguito con un altro colpo alla gola sferrato con un coccio di bottiglia.

Dalle acque del Sile, perlustrate dalla polizia di Stato con l'ausilio dei sommozzatori di Venezia, è riemerso lo smartphone del 22enne, posto sotto sequestro e ora a disposizione dell'autorità giudiziaria. Nessuna traccia al momento del coltello sfoderato da uno dei giovani che si trova in carcere.

La cronaca

Erano da poco passate le 20 di giovedì 12 dicembre quando nel parcheggio di via Castelmenardo si sono levate delle grida. Prima di insulti violentissimi, poi una disperata richiesta di aiuto da parte di una ragazzina: un giovane di 22 anni era per terra privo di conoscenza e coperto dal sangue che sgorgava dalla gola e dal costato a causa di profonde ferite provocate da un coltello e da un coccio di bottiglia.

 

Il giovane è stato prima accerchiato e poi aggredito da un gruppo di dieci ragazzi, sei dei quali minorenni che volevano portagli via dell’hashish: «Dacci il fumo», gli avrebbero detto.

Il 22enne si è rifiutato e per questo è stato picchiato con calci e pugni e, al culmine dell’aggressione, accoltellato ripetutamente e colpito con un collo di bottiglia rotto al collo e al torace.

Non contenti, i bulli lo hanno rapinato della borsa e del cellulare e poi, dopo un suo ultimo tentativo di reazione, colpito con una bottiglia di vetro in testa e nuovamente accoltellato. Il povero giovane è rimasto a terra agonizzante, mentre la gang si è dileguata sparendo nel buio dei vicoletti del centro storico. Il tempestivo intervento dell’ambulanza del Suem 118, aveva evitato che il ragazzo morisse sul posto. Poi la corsa in ospedale e l’agonia durata dieci giorni, fino al decesso.

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Gli arresti

Sono tre ragazzi di 15, 18 e 19 anni, tutti residenti nel territorio comunale, trevigiani di seconda generazione. I tre sono stati arrestati nelle scorse ore e si trovano in carcere.

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L’accusa nei confronti di due di loro, fino a che non è arrivata la notizia del decesso, era di tentato omicidio. Accusa che ora cambierà. Al minorenne invece era stato contestato il reato di rapina aggravata in concorso. In questo caso la posizione dell’indagato è al vaglio della Procura del tribunale per i minori di Venezia.

 

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