Pullini, i pionieri del jeans in Veneto, sventolano bandiera bianca: si chiude dopo 70 anni
Abbassa le serrande la Pull Jeans di Vittorio Veneto che ha collaborato anche con Levi’s. Per primi hanno lavorato il denim nella nostra regione. La titolare: «Non abbiamo eredi e il mercato è stanco»
Vittorio Veneto perde un altro pezzo di storia imprenditoriale. Chiude definitivamente i battenti il “Pull Jeans” di via Sant’ Antonio da Padova. La serranda che si chiude segna la fine di un’epoca e l’addio ai pionieri dei jeans. Dopo 70 anni di attività, la famiglia Pullini ha alzato bandiera bianca, decidendo di scrivere la parola “fine” alla storica attività a San Giacomo di Veglia.
«Lo spaccio chiuderà a fine maggio, l’attività produttiva il 30 giugno», conferma con un sospiro la titolare Tiziana Pullini, che guida l’attività con l’anziano zio Guido. «Siamo in pensione e il mercato è stanco. In più non ci sono eredi che possano raccogliere il testimone dell’attività. Ringraziamo la clientela che ci ha sempre supportati. In tanti hanno manifestato il loro dispiacere per questa chiusura, anche perché c’era la sartoria annessa al laboratorio per le accomodature che tanti apprezzavano».
La chiusura di “Pull Jeans” non è solo un pezzo di storia che se ne va, ma anche una perdita per l’economia del quartiere. L’attività dei Pullini era iniziata nel 1956. «La pioniera erano stati la nonna Elvira Toffolon e mio padre Luigi Pullini», racconta Tiziana. «Mio padre era un tessitore, i primi tessuti jeans creati nel Veneto li abbiamo fatti noi, con dei telai con le pinze, senza navette, più veloci e tecnologici. Erano stati acquistati negli anni Settanta, provenivano da Bergamo. Luigi era un innovatore, era persona sempre curiosa, che ha rischiato: erano telai nuovi e costosi, ma non si è fatto scoraggiare».
La storia della famiglia Pullini testimonia l’euforia e il coraggio degli anni Cinquanta. In quel clima unico creato dal boom economico, Luigi Pullini aveva accettato la proposta del lanificio Buogo, dove lavorava e dove era stata occupata anche la madre. Una stretta di mano gli aveva aperto le porte del futuro. Luigi si era portato a casa quattro telai in prestito, dando vita a un laboratorio artigianale.
Con il sostegno della famiglia, la piccola tessitura Toffolon è cresciuta, divenendo un pilastro della comunità di San Giacomo di Veglia. A seguire la piccola tessitura, oltre a Luigi, c’erano Elvira Toffolon e la sorella Clementina. Negli anni sessanta l’arrivo del fratello Guido dal Canada ha segnato un nuovo capitolo dell’epopea dei Pullini. Mosso anche lui dallo spirito lavorativo della famiglia e dalla passione per il mondo dei tessuti, si è unito al fratello nella sfida di costruire un’azienda tessile, con l’acquisto di macchinari all’avanguardia. Nasce la “Tessitura lana Pullini”. L’azienda si impose non solo in Italia ma anche oltre confine.
Quando il tessile è entrato in crisi, i due fratelli hanno acquistato macchine per la confezionatura, aprendosi al mercato dei jeans. I Pullini in Veneto sono stati i primi a produrre e commercializzare il denim, reinventandosi sotto la veste di “Pull Jeans”. Un successo di mercato: Austria e Germania, Svizzera e Francia. Nord America ed Est Europa.
Tra le collaborazioni, quella con Levi’s e con un’azienda di Milano per tessuti biologici. Luigi Pullini è morto nel 2015. L’azienda gli è sopravvissuta, resistendo per nove anni. La dura legge della successione d’impresa ora l’ha condannata. Senza eredi, questo modello d’impresa familiare non ha più futuro. Il sipario cala sulla Pullini come sul modello che rappresenta.
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