Muore folgorato a 27 anni mentre monta la copertura di un capannone

L’infortunio mortale alla Agraria Tocchio di Agna, nel Padovano. La vittima è Umberto Coghetto, titolare di una ditta esterna di Nervesa della Battaglia

Carlo Bellotto
Ecco dove è morto il ventisettenne Umberto Coghetto nell'azienda di agna
Ecco dove è morto il ventisettenne Umberto Coghetto nell'azienda di agna

La disattenzione di un attimo gli è costata la vita. Con l’asta di ferro con la quale stava sistemando la copertura di una tensostruttura ha toccato i fili dell’alta tensione ed è morto folgorato a 27 anni.

La tragedia si è consumata nel pomeriggio del 7 marzo verso le 16.15 ad Agna, nelle pertinenze della “Agraria Tocchio” in via Mure 79, lungo la provinciale 5 che porta a Bagnoli di Sopra.

La vittima è Umberto Coghetto, giovane imprenditore titolare della Br Technology, un’azienda con sede a Selva del Montello, una frazione di Volpago, nel Trevigiano.

Morto folgorato a 27 anni, ecco chi era Umberto Coghetto
Umberto Coghetto aveva 27 anni

L’infortunio

Era stato chiamato dai titolari dell’azienda di Agna per realizzare la copertura di quello che è diventato (il lavoro era praticamente terminato) una sorta di capannone: l’azienda, che si occupa della vendita anche al minuto di attrezzi per l’agricoltura e altri oggetti tipici di un consorzio agrario, lo avrebbe usato come deposito o stoccaggio merci. Era su un furgone con cestello, quegli automezzi dotato di braccio meccanico per il sollevamento della persona, che permette di svolgere attività in quota come manutenzioni e installazioni. Come detto, per posizionare e stendere meglio la copertura di plastica, si stava servendo anche di un palo in ferro. Era già all’altezza di diversi metri da terra all’interno del cestello quando pare abbia toccato inavvertitamente i fili della linea elettrica, rimanendo folgorato all’istante.

Umberto Coghetto
Umberto Coghetto

L’allarme

L’allarme è stato da alcune persone presenti che si sono accorte di quanto successo e hanno avvertito i soccorsi. Sul posto sono arrivate l’ambulanza e l’automedica, oltre ai vigili del fuoco e ai carabinieri. Per il 27enne non c’era più nulla da fare è morto sul colpo.

 

Sul posto sono intervenuti i tecnici di E-Distribuzione per mettere in sicurezza la linea. I carabinieri hanno ascoltato il titolare dell’azienda, Paolo Tocchio, che ha riferito di aver dato l’incarico per quel lavoro all’impresa esterna, che lo stava portando a termine nel retro della rivendita, praticamente in mezzo alla campagna ad un centinaio di metri dalla provinciale.

I rilievi dello Spisal

Si tratta di un infortunio sul lavoro e per questo nella serata erano ancora in corso i rilievi dello Spisal, il Servizio di Prevenzione, Igiene e Sicurezza negli ambienti di lavoro dell’Usl 6. Il 7 sera nell’azienda di Agna c’era poca voglia di parlare, titolare e dipendenti erano sconvolti da quanto successo, alle 19 hanno chiuso il negozio, chiudendo pure i cancelli dell’azienda dove nel retro erano rimasti per concludere i rilievi funzionari dello Spisal e tecnici dell’Enel.

Lo spesso telo di plastica era stato disteso completamente, restavano da chiudere gli angoli con delle cerniere e vista l’altezza era più facile e veloce intervenire con il cestello. Un intervento che Coghetto stava portando a termine alla perfezione, un lavoro che aveva fatto molte altre volte. Nonostante da dove si trovava mancassero ancora alcuni metri per raggiungere i cavi dell’alta tensione, il palo di ferro ha purtroppo permesso di raggiungerli in un attimo.

 

L'Agraria Tocchio di Agna dove si è verificato l'infortunio mortale in cui ha perso la vita Umberto Coghetto
L'Agraria Tocchio di Agna dove si è verificato l'infortunio mortale in cui ha perso la vita Umberto Coghetto

Non può non venire in mente una tragedia che aveva sconvolto la Bassa padovana nel 2008. Stefano e Diego Trovò di Schiavonia d’Este avevano 41 e 33 anni e morirono folgorati. Pulivano un’autocisterna e per una per una distrazione toccarono toccato la linea dell’alta tensione con un’asta di metallo. La scarica elettrica li investì, senza lasciare loro scampo. Erano nel cortile della “EuroSfusi di Stefano Trovò e fratelli”: un’azienda di trasporti che all’epoca aveva 30 camion e altrettanti dipendenti. Una tragedia che si ripete a distanza di 17 anni. —

 

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