Ludopatie, il dilemma etico del tabaccaio: «Devo farli spendere e salvarli»

Una categoria tra le pressioni dei concessionari e la legge a tutela dei giocatori: «O incasso o mi tolgono la licenza. Ma quanta sofferenza in chi cerca la fortuna»

Enzo Favero
Un giocatore al videoterminale
Un giocatore al videoterminale

Presi nella morsa tra le pressioni delle società concessionarie dei giochi con premi in denaro, gratta e vinci soprattutto, affinché vendano sempre più tagliandi, e la legge contro la ludopatia, la Balduzzi del 2012, i tabaccai si ribellano e sollevano la questione della contraddizione cui sono sottoposti: vendere sempre più gratta e vinci per non rischiare di non essere più riforniti, ma nel contempo convincere i clienti a non esagerare nel tentare la fortuna. Il paradosso, e il dilemma etico, è raccontato da un tabaccaio montebellunese.

Ci può raccontare la vicenda?

«È una assurdità. Noi siamo concessionari dello Stato per la rivendita di generi di monopolio e lo Stato ci obbliga a combattere la ludopatia, ma le società concessionarie dei Monopoli che hanno vinto il bando per la distribuzione dei Gratta e vinci ci impongono di venderne sempre di più, ponendoci degli obiettivi annuali che incrementano di anno in anno».

Lei che risultato deve ottenere?

«Lo stabiliscono in base alle vendite, l’anno scorso avevo un obiettivo superiore ai 100 mila euro che dovevo raggiungere, ma me lo incrementano del 6% all’anno, quindi devo vendere sempre più tagliandi».

E se non raggiunge tale quota cosa succede?

«Possono togliermi il servizio, non darmi più i gratta e vinci e fornirli solo a un mio concorrente. Quindi devo per forza venderne più che posso per raggiungere gli obiettivi che la società concessionaria mi pone anno dopo anno».

Tradotto in numeri quindi significa vendere decine e decine di gratta e vinci ogni giorno se si vuole raggiungere l’obiettivo fissato.

«Sì, ma ogni anno questo obiettivo viene incrementato, in barba alla legge contro la ludopatia».

Cosa dovreste fare per contrastare la mania del gioco?

«Dobbiamo frequentare un corso obbligatorio per intervenire su chi ha problemi di gioco, ce lo impone la Regione, ma poi come lo traduciamo in pratica? Dico al cliente che deve smettere perché spende troppo? Gli rifiuto i gratta e vinci? E lui che fa allora? Va in un’altra tabaccheria a comprarseli, così io perdo un cliente e non lo ho convinto a essere più morigerato nel gioco».

Ma ci sono dei ludopatici nel suo negozio? Ci sono persone che spendono così tanto nel gioco d’azzardo tanto da poter ipotizzare che si tratti di una malattia?

«Ce ne sono certo, da me come in qualsiasi altra rivendita. Quelli giovani sono soprattutto stranieri, quegli anziani sono soprattutto italiani, sono pensionati, persone che hanno poco e meno hanno più spendono, hanno il miraggio di poter avere il colpo di fortuna che li sistema per il resto della vita, come tutti d’altronde, e quindi spendono».

Attirati da quei tagliandi esposti che indicano vincite di 500 euro, di 1. 000 euro, invogliati dalle rare vincite da centinaia di migliaia di euro di cui si legge ogni tanto, quanto può spendere in una settimana un simile cliente?

«Ne ho che spendono anche mille euro alla settimana».

Una somma esorbitante, sarebbero 4 mila euro al mese. Insomma o vendete Gratta e vinci in barba alla legge della ludopatia o rischiate di essere privati di un prodotto che vi fa guadagnare, magari poco, l’8% lordo, ma sempre un guadagno è.

«Certo, ma non c’è solo l’obiettivo che viene posto di anno in anno sui numeri di vendita. In alternativa c’è anche il My Premium».

E cosa sarebbe?

«Un contratto accessorio che ci fa versare 150 euro al mese più Iva per avere dei gadget, delle promozioni. Anche in questo caso cosa facciamo? Rifiutiamo di sottoscriverlo col rischio che poi la fornitura dei tagliandi diventi difficile? E purtroppo ci sono associazioni di categoria che hanno quote in queste società e non ci aiutano, siamo lasciati soli in questa tenaglia tra dover vendere sempre di più giochi con premi in denaro e la ludopatia che lo Stato ci chiede di contrastare».

State facendo qualcosa per risolvere questa contraddizione?

«In Lombardia alcuni tabaccai hanno sollevato il problema dell’obbligo a vendere sempre più Gratta e vinci in contraddizione con la Legge Balduzzi proponendo un esposto alla Procura di Brescia e al Presidente della Repubblica. Una battaglia da condividere».

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