L’orchidea gigante del Tirreno arriva fino ai Colli Euganei. E’ l’effetto del cambiamento climatico
L’orchidea “gigante”, tipica del Tirreno e dell’Appennino, da alcuni anni ha fatto la sua comparsa nei Colli Euganei e oggi sta conoscendo un’incredibile espansione.
Nel 2017 è stata censita per la prima volta nella località Marlunghe di Arquà Petrarca e da allora sta conquistando sempre più terreno.
Si tratta della Barlia robertiana (Himantoglossum robertianum), chiamata anche orchidea “dei record”, ed ecco perché si è conquistata questo appellativo.
È la prima tra le circa 30 specie euganee a fiorire, può raggiungere i 90 centimetri di altezza, con fiori generosi e vistosi, di colore rosa, viola e marrone. La sua essenza, composta da oltre 70 sostanze diverse, sembra essere stata creata dai più abili profumieri.
Questa varietà di profumi non solo varia in base alla regione geografica in cui l’orchidea cresce, ma può anche differire tra le piante che si trovano nella stessa area.
La diversità è intenzionale e serve ad attrarre vari tipi di insetti, ma soprattutto impedisce agli impollinatori di associare il suo profumo alla mancanza di nettare. Infatti, pur attirando i piccoli animali con il suo aroma seducente, la Barlia non offre nessun cibo, in modo da risparmiare energie garantendosi allo stesso tempo di essere fecondata.
Pianta da sempre simbolo delle coste del Mediterraneo, detiene un altro primato: una sorprendente capacità di espansione. Sino agli anni ’80 nel nostro Paese la sua presenza era segnalata soltanto in alcune regioni del sud, in Liguria e nelle isole, ma oggi nella zona del Sassonegro a ridosso di Valle San Giorgio e nel Monte Lozzo se ne possono contare centinaia di esemplari.
Il riscaldamento del Pianeta ha favorito la sua espansione e nel comprensorio euganeo, primo in Veneto per la presenza di orchidee eurimediterranee, ha trovato le condizioni ottimali per la sua crescita.
Le orchidee infatti sono delle sofisticate e raffinate attrici dell’evoluzione. La loro diffusione, che avviene tramite il trasporto dei semi – piccoli e leggerissimi – da parte del vento e delle nuvole, è data dalla grande capacità di adattamento a diverse situazioni ecologiche.
«Circa sei anni fa mi hanno segnalato la sua presenza negli Euganei, che è stata riportata in modo scientifico nel notiziario nazionale del Giros, il gruppo italiano ricerca orchidee spontanee», racconta il botanico Roberto Rizzieri Masin.
«Da allora ho cominciato a cercarla dappertutto nei Colli e sono riuscito a censire altre stazioni. La più ricca e vasta della regione si trova a Lozzo Atestino, con oltre 200 esemplari, un record. Purtroppo si trova in una proprietà privata in cui stanno portando avanti alcuni lavori edili, che potrebbero compromettere la sua crescita».
Masin sottolinea l’importanza delle orchidee per il territorio: «Sono essenziali per gli equilibri ambientali, che però stanno cambiando velocemente con il riscaldamento globale. Nel 1806 era stata descritta per la prima volta da un botanico siciliano e negli ultimi decenni ha registrato un’irrefrenabile corsa verso nord», conclude il botanico.
«La Barlia è ancora una volta la testimone della mediterraneità dei Colli: uno scrigno di biodiversità che continua a stupire».
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