Lo sconcerto dei genitori indagati per sindrome del bimbo scosso: «Non capiamo»

La Procura di Treviso ha iscritto sul registro degli indagati i genitori della piccola Lavenda, morta a 19 mesi lo scorso 3 gennaio a Montebelluna. L’avvocato chiede che siano sentiti in Procura: «Vogliono spiegare cos’è successo quella tragica mattina»

Enzo Favero
La piccola Lavenda Odiode
La piccola Lavenda Odiode

​​​​​Attendono di vedere quali altri passi farà la Procura e chiederanno di essere ascoltati David e Mercy Odiode, i genitori della piccola Lavenda, la bambina morta a soli 19 mesi lo scorso 3 gennaio.

Si sono affidati all’avvocato Paolo Salandin, che li sta seguendo da quando è arrivata loro la comunicazione che potevano nominare un perito di parte per l’autopsia disposta sul corpicino della piccola all’ospedale di Padova. Non hanno scelto un perito di parte che seguisse l’esame autoptico, le loro condizioni economiche non glielo permettevano, hanno però nominato un avvocato, nella persona di Paolo Salandin, che li segua nell’indagine che li vede come indagati per la morte della loro figlioletta. «Non facciamo niente – dice David Odiode, il papà – possiamo solo aspettare di capire cosa succederà».

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La piccola Lavenda nella foto mostrata dal padre

L’avvocato Salandin li sta seguendo dal giorno in cui è stato comunicato loro che erano indagati e che potevano nominare un legale e un perito di parte per l’autopsia. «Chiederanno di essere ascoltati in Procura – spiega l’avvocato Paolo Salandin – in modo che possano spiegare che cosa è accaduto quella tragica mattina. Sarà questo il primo passo che faremo».

Originari dalla Nigeria, arrivati in Italia otto anni fa e da quattro anni a Montebelluna, i coniugi Odiode non riescono a capire bene cosa stia succedendo, hanno vissuto la disperazione della perdita della figlioletta e ora si trovano indagati.

«Cosa succederà ora?», chiede papà David, operaio in una fabbrica della zona. Non è pratico delle procedure giuridiche e quindi si chiede cosa succederà e cosa potrà fare. Non è nemmeno così pratico della lingua da comprendere tutti i risvolti dell’inchiesta giudiziaria avviata dalla Procura della Repubblica di Treviso.

I funerali della piccola Lavenda
I funerali della piccola Lavenda

E intanto rivive nella mente quella drammatica mattina dell’ultimo lunedì dell’anno in cui la piccola Lavenda non respirava nella sua culla nell’appartamento di via Trevignano dove vive la famiglia Odiode: mamma, papà e due figli. Quella mattina in cui in via Trevignano sono arrivati ambulanza, elicottero, carabinieri: la bambina, che era nata prematura, era stata portata al reparto di cardiochirurgia dell’ospedale di Padova dove era rimasta in vita solo pochi giorni, fino al venerdì sera successivo quando i medici ne avevano certificato il decesso.

Una delle ipotesi ora è che lo scuotimento per farla riprendere possa aver causato lesioni, ipotesi che era già stata avanzata in un precedente caso di decesso di un bimbo proprio a San Gaetano.

Ma saranno gli esiti finali dell’autopsia eseguita, su disposizione dell’autorità giudiziaria, dal dottor Alberto Furlanetto lo scorso 16 gennaio a dare un indirizzo all’inchiesta della Procura di Treviso. E nel frattempo papà David e mamma Mercy attendono nella loro abitazione di via Trevignano di capire cosa succederà e anche loro aspettano di sapere con precisione cosa abbia causato il decesso a soli 19 mesi della loro figlioletta.

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