Frutteti già in fiore in Veneto, gli agricoltori temono gelate tardive
Primavera anticipata in tutto la regione: albicocchi e peschi in pieno fermento vegetativo. Aldegheri, presidente dei frutticoltori: «Ogni anno in aprile le temperature tornano sottozero, rischiamo di perdere la produzione. Le assicurazioni? Devono pagarci i danni del 2023 e 2024»

Albicocche in fiore, peschi che iniziano la fioritura, susini, meli e peri in pieno fermento vegetativo. È già piena primavera per i frutteti veneti, con temperature che nei giorni scorsi sono arrivate a 18-19 gradi. Ma non è una buona notizia, perché le terribili gelate del 2023, che decimarono le produzioni di frutta, così come quelle del 2024, insegnano che le ondate di freddo tardive sono ormai una costante e fanno danni.
Fioriture precoci
«In campagna è un’esplosione di fiori, sembra primavera piena – sottolinea Francesca Aldegheri, presidente dei frutticoltori di Confagricoltura Veneto e Verona -. Si conferma la tendenza di stagioni primaverili sempre più in anticipo, anche perché l’inverno non è stato freddo e le temperature sono state al di sopra della media. Ora, con l’abbinata di caldo e pioggia, le piante si muovono: gli albicocchi sono in fioritura, i peschi stanno cominciano a fiorire, i kiwi presentano un apparato fogliare visibile, così come i meli. Se a fine mese o inizio aprile le temperature notturne andranno sottozero, rischiamo di perdere i raccolti. L’anno scorso, tra il 20 e il 21 aprile, nel Basso Veronese, si sono toccati -2,5 gradi, con danni su albicocche e pesche. Nel 2023 le gelate erano arrivate il 7 aprile e nel 2021 ancora prima, con picchi di -8 gradi che avevano danneggiato tutte le drupacee. Speriamo che quest’anno il meteo ci assista».
Se torna il freddo
Non ci sono difese per far fronte a questi cambiamenti climatici: «Si possono accendere gli impianti antibrina nelle notte gelide, ma difficilmente si riescono a coprire tutte le superfici aziendali – spiega Aldegheri -. Ci offrono poco aiuto anche le assicurazioni, che sono sempre più salate e coprono sempre meno i danni. Inoltre incombe sempre l’incognita del contributo statale, che non si sa a quanto ammonta e quando possa arrivare. Il ritardo è certo: attualmente ci stanno saldando il 2022 e non sappiamo quando otterremo ciò che ci spetta per i danni del 2023 e del 2024. Così facendo stanno creando disaffezione per lo strumento assicurativo ed è un peccato, perché con gli eventi disastrosi che negli ultimi anni si sono verificati una polizza dovrebbe rappresentare una vera e propria assicurazione sul reddito».

I rischi del frutticoltore
Le statistiche dicono che fare il frutticoltore è un mestiere sempre più a rischio, tanto che ogni anno si perdono ettari di terreno. I dati di Veneto Agricoltura confermano anche nel 2024 la diminuzione delle superfici investite a frutteti, con cali compresi tra il 2 e 3% per le principali arboree del Veneto e ancora più nefasti per il pero, che vede una diminuzione del -13,2%.
«Le pere sono destinate a scomparire in Veneto, e pure per i kiwi il futuro non è roseo – dice la presidente -. È vero che per la frutta il 2024 è stata un’annata migliore rispetto alle precedenti, sia per produzione
che per prezzi pagati ai produttori, ma dal punto di vista agronomico è sempre più difficile, per certe colture, portare a casa risultati. Gelate, grandine, trombe d’aria, siccità, cimice asiatica: ogni annata ha il suo flagello ed è difficile attuare difese efficaci, dato che continuano a toglierci fitofarmaci».
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