Culle vuote, cucce piene: la denatalità protagonista del presepe
A Segusino, in provincia di Treviso, una sacra rappresentazione artistica che vuole invitare a riflettere. I curatori: «Genitorialità non solo biologica. Madri e padri si diventa»

Cucce piene, culle vuote. E un viaggio nel tempo, a quando le culle erano gremite di neonati e gli animali popolavano le aie e i cortili. «Non ce ne vogliano gli animalisti», è la premessa dell’associazione Amici del Presepio, che a Segusino ha realizzato una Natività molto particolare: senza bambini, ma con molte bestiole.
«Non si vuole giudicare nessuno, ma offrire uno spunto di riflessione», aggiungono i curatori mettendo le mani avanti. Ma allo stesso tempo non le mandano a dire, del resto la sacra rappresentazione che, come da tradizione, hanno allestito nell’ex casa del Cappellano non lascia spazio ad equivoci. Da un lato la capanna di Gesù, tra Giuseppe e Maria. A fianco scene ambientate nella prima metà del secolo scorso. Infine una casa d’oggi: marito e moglie, diversi cani e gatti in soggiorno tra cucce e poltrone, tv e albero di Natale. Niente bambini.

«Non è nostra intenzione affermare che sia giusto o sbagliato che ciò accada – spiega Carlo Stramare, presidente dell’associazione – ma il paradigma dell’egoismo umano citato da papa Francesco qualche tempo fa, ci ha fatto riflettere; e ci ha trovati subito tutti d’accordo sul fatto che questo era un tema da affrontare per l’edizione 2024 del presepio artistico di Segusino».
Il pontefice, in più occasioni, aveva infatti ribadito come alla radice dell’inverno demografico ci sia anche una punta di egoismo. Cui si aggiunge una forte incertezza economica che, in più di qualche caso, induce a far preferire ai figli gli amici a quattro zampe. Correndo il rischio, però, di condannare la società a restare orfana del futuro.
«Una riflessione che ci ha portato indietro nel tempo, agli anni della fame; ma anche gli anni dove le famiglie erano numerose e dove non mancavano i figli. Quei figli che poi hanno dato vita nel loro futuro allo sviluppo economico». Ma gli organizzatori si spingono oltre e, in tempi di denatalità, invitano il visitatore a ragionare sulle diverse forme di genitorialità: «Non per forza si può esserlo solo biologicamente», aggiunge Stramare. Il riferimento è, ad esempio, all’adozione: «Padri e madri non si nasce, lo si diventa. E non lo si diventa solo perché si mette al mondo un figlio, ma perché ci si prende responsabilmente cura di lui».
Il presepe sarà aperto tutti i pomeriggi dalla notte di Natale fino al 2 febbraio e i giorni festivi anche al mattino.
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