Manca personale, la Codacons: «Esercito nelle case di riposo venete»
Per l’associazione la carenza di operatori è al limite e il sistema è al collasso. Todesca: «È un’emergenza e va trattata come tale, scriveremo alla Regione»
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La carenza di personale nelle Rsa è una vera e propria emergenza e il Codacons - l’associazione di volontariato a sostegno per la difesa dei diritti degli utenti e dei consumatori - non ha dubbi: come tale deve essere trattata. Da qui, la proposta di far entrare nelle strutture per anziani la Protezione civile e quei nuclei dell’Esercito che solitamente intervengono nelle situazioni emergenziali.
L’emergenza
«In fondo» spiega Tommaso Todesca, referente di Codacons per il Veneto, «quella a cui stiamo assistendo nelle case di riposo è un’emergenza e non possiamo più continuare a fingere che non sia così, perché a rimetterci in prima persona sono le persone più fragili, gli anziani, e il sistema è ormai al collasso».
Dall’alluvione in Emilia Romagna al terremoto all’Aquila, fino al Covid, sono diversi gli esempi che Todesca propone per sottolineare come quelle figure sempre in prima linea siano state preziose per il Paese nei momenti più critici.
«L’Esercito scende in campo per soccorrere gli alluvionati anche se questa non è la sua vocazione originaria, perciò potrebbe intervenire anche nelle rsa, d’altronde è un’emergenza e dovremmo iniziare a considerarla per quello che è, nel bene di tutti. Presenteremo la nostra proposta alla Regione».
La proposta di Codacons
Nel concreto, per il Codacons i militari dovrebbero occuparsi del supporto ai servizi logistici delle rsa, dall’approvvigionamento alla distribuzione del cibo.
«E poi la manutenzione dei giardini e degli arredi, l’assistenza e il sostegno psicofisico alle persone anziane sole e prive di una rete familiare» aggiunge Todesca.
L’idea, quindi, è quella di affidare a Protezione civile o Esercito tutte quelle attività che oggi spesso pesano sulle spalle degli operatori socio sanitari, in modo da permettere loro di dedicarsi totalmente all’aspetto assistenziale primario.
«A causa della carenza di personale» prosegue, «spesso gli anziani restano a letto tutto il giorno, perché non c’è il tempo di alzarli e seguirli, visto che gli Oss devono dedicarsi anche ad altre mansioni. Con la nostra proposta, che mette al centro l’anziano, ridiamo agli operatori la loro vocazione originaria».
Sistema socio-assistenziale a rischio
Per Codacons è tempo di intervenire in maniera significativa perché il continuo esodo di infermieri e soprattutto Oss dalle case di riposo mette a rischio la tenuta del sistema socio-assistenziale: se viene meno il rispetto degli standard regionali legati al numero di dipendenti, infatti, le strutture sono costrette a rallentare o bloccare gli ingressi degli anziani, come sta succedendo nelle rsa del Lido, Stella Maris e Carlo Steeb.
Se gli utenti non possono accedere alle strutture di assistenza per gli anziani, inevitabilmente il carico non solo economico si ripercuote sulle famiglie, già in difficoltà perché senza gli strumenti necessari per fornire il giusto supporto, nel caso in cui subentrino patologie croniche o neurodegenerative che prevedono trattamenti ad hoc che le famiglie non sono in grado di fornire ai loro cari. —
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