Braccialetti anti aggressione e body cam per il personale sanitario: il progetto sperimentale in Veneto
La giunta regionale stanzia 4 milioni per i dispositivi contro la violenza in corsia: serviranno a registrare voci, predisporre chiamate di emergenza e geolocalizzare chi lo indossa. Nell’Ulss 4 arrivano anche le telecamere per chi opera in accettazione e triage

Uno stanziamento della giunta regionale del Veneto pari a quattro milioni di euro per dotare gli operatori sanitari della regione valutati più “a rischio” di particolari braccialetti a tutela dalle aggressioni.
«Le pene sono state inasprite, ma non basta: bisogna fare di più», ha detto il presidente veneto Luca Zaia, mercoledì 12 marzo a Palazzo Balbi, al termine della riunione dell’esecutivo regionale, nel corso della quale è stata approvata la delibera.
Questi braccialetti dovranno essere indossati dagli operatori sanitari in servizio. Se attivati, saranno in grado di registrare voci e rumori esterni, predisporre chiamate di emergenza e creare vere e proprie interlocuzioni con la centrale operativa.
«Inoltre questi strumenti saranno in grado di rilevare la geolocalizzazione degli operatori e la loro eventuale caduta a terra», le parole di Massimo Annicchiarico, dg della sanità veneta.
A questa iniziativa si aggiunge un progetto sperimentale, per ora limitato agli operatori dell’Ulss 4 dell'accettazione e del triage degli ospedali del Veneto Orientale: per loro previsto anche l’uso di body cam, in grado quindi di registrare anche le immagini.
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