Difende Romano Prodi in tv, poi riceve minacce e insulti. Serracchiani: «Anche questa è violenza»
La deputata dem è intervenuta a L’Aria Che Tira. Dieci ore dopo la pubblicazione del video che mostra cosa è successo con la giornalista

Insultata, minacciata di morte, frasi sessiste. Il motivo? Aver difeso Romano Prodi in televisione. Debora Serracchiani, deputata dem e già presidente del Friuli Venezia Giulia, ha denunciato quanto le sta accadendo sui social con un lungo video dove spiega cosa è successo.
Partiamo dal principio, però. Nei giorni scorsi l'ex premier è stato al centro delle polemiche poiché si è reso protagonista dello sgradevole gesto di aver fatto il verso e tirato i capelli a una giornalista, Lavinia Orefici, che gli ha posto una domanda sul Manifesto di Ventotene.
In sua difesa, su Rete 4, Serracchiani ha così commentato: «Il gesto sarà stato anche inopportuno e sono convinta che Prodi sia stato il primo a esserne dispiaciuto, però onestamente non gli si può neanche chiedere di avere la pazienza di Giobbe proprio a lui. Francamente, non esageriamo!». Ha sì condannato il gesto, dunque, ma anche preso le parti di Prodi. Questo succede martedì mattina, alle 11, durante la diretta a L’Aria Che Tira. Dieci ore dopo, la scena della "tirata di capelli" viene trasmessa per la prima volta nel programma serale di Floris. «Io, come chiunque, la vedo in quel momento. Non prima», dice nel suo video Debora Serracchiani.
Cosa succede nel frattempo? I social riprendono l’intervento del mattino e, secondo quanto denuncia la deputata dem, lo montano «ad arte. Un montaggio falso, scorretto, ma sufficiente per scatenare la macchina del fango».
A quel punto la faccia peggiore dei social. Commentatori si scatenano con insulti violenti, sessisti e pesantissimi. «E allora mi chiedo: non è anche questa una forma di violenza? Non è anche questo un modo di colpire una donna attraverso la menzogna, la manipolazione delle informazioni per metterla alla berlina?», aggiunge Serracchiani. «Romano Prodi ha sbagliato e ha fatto bene a scusarsi. Ma chi oggi finge di difendere una donna insultandone un’altra è complice di una doppia morale che fa male. Chiamiamola per nome, questa violenza, e fermiamola subito».
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