Onlyfans rende ricchi? La realtà è un po’ diversa

Non tutte le influencer hanno costruito un impero come Chiara Ferragni (che fu tra le prime fashion blogger ed era pure ben supportata finanziariamente fin dal giorno uno), così come non tutti coloro che hanno imparato a suonare la chitarra hanno venduto dischi quanto Vasco Rossi

Giovanni Armanini
Elena Maraga, la maestra d'asilo con il profilo Onlyfans
Elena Maraga, la maestra d'asilo con il profilo Onlyfans

Ma quanto guadagna realmente una persona che apre un suo canale Onlyfans? Basta chiederlo a Google e la prima risposta che vi darà è il riferimento a un rapporto di Variety che parla di 1.300 dollari all’anno, ovvero circa 108 dollari al mese. Lordi.

Stupiti? Così poco? Più del dato esatto conta capire come funziona il meccanismo della monetizzazione dei contenuti digitali.

È un discorso che vale per tutte le piattaforme, allarghiamo quindi il ragionamento a tutto il mondo degli influencer. Non solo: il discorso statistico vale per qualsiasi ambito: dalla distribuzione della ricchezza nel mondo a Onlyfans.

I mercati, per come li conosciamo, sono piramidi: in cima stanno poche persone, aziende, realtà, che guadagnano tantissimo, alla base tantissimi sotto la soglia di povertà (ci sono leggi matematiche e teorie che lo spiegano, non è un'opinione).

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I guadagni dei creators digitali arrivano da diverse fonti. Oltre a quelli pagati dalle piattaforme ci sono i ricavi da sponsor e tutte le possibili attività che derivano dalla propria notorietà.

Anche le più impensabili: c’è chi fa soldi con gli haters, come? Ingaggiando un avvocato che scrive a chiunque lo insulta via social, minacciando una possibile causa per diffamazione (con basi giuridiche solidissime) e poi transando una cifra per chiudere la vicenda senza strascichi giudiziari, che molti naturalmente preferiscono evitare accettando di pagare una cifra proporzionale alle proprie possibilità. Da qualche centinaio di euro in su.

Elena Maraga
Elena Maraga

In generale, le precondizioni per guadagnare cifre significative sono tre: la prima è essere tra i primi a utilizzare un determinato servizio; la seconda è essere già famosi su altri canali e quindi attivare i propri seguaci; la terza è avere un qualcosa di talmente originale e ben pubblicizzato da fare la differenza.

Se uno youtuber vi dice che riceve 2.500 euro al mese per i minuti che la gente spende guardando i suoi video, non dovete dimenticare che probabilmente ci è arrivato dopo mesi di lavoro, anche anni, che si parla di cifre lorde, e che non sempre si riesce a fare tutto da soli (chi fa il montaggio video? chi l’eventuale raccolta di sponsor aggiuntivi?).

Inoltre: quei numeri potrebbero calare anche solo non pubblicando contenuti per un solo giorno, perché gli algoritmi sono strutturati per favorire la produzione massiccia.

Su OnlyFans vi è uno step in più: la gente si iscrive a un canale per vedere qualcosa e, in genere, se l’1% dei follower di una determinata persona alla fine paga lo si può considerare un successo.

Non è così scontato, quindi, ricordare che non tutte le influencer hanno costruito un impero come Chiara Ferragni (che fu tra le prime fashion blogger ed era pure ben supportata finanziariamente fin dal giorno uno), così come non tutti coloro che hanno imparato a suonare la chitarra hanno venduto dischi quanto Vasco Rossi.

Sarà pure la scoperta dell’acqua calda ma a volte si sentono narrazioni così fantasiose che pare utile ricordarlo. La realtà è che spesso essere famosi sui social è come essere ricchi a Monopoli.

La parola chiave è conversione: quante persone che mi seguono sono disposte a pagare per qualcosa che ho prodotto io? Se ho milioni di follower è una cosa, se ne ho qualche migliaio i dati cambiano. E quanto a lungo lo faranno? In epoca digitale arricchirsi diventa poi ancor più difficile per il fatto che a governare le piattaforme sono poche persone (banalizzando: i padroni dei social, ovvero Mark Zuckerberg, quello di Facebook, e quelli come lui) i quali possono decidere arbitrariamente dall'oggi al domani di cambiare le regole e non far vedere più i vostri contenuti cambiando i loro parametri.

Accade anche su Google dove dall’oggi al domani il vostro sito perfettamente ottimizzato potrebbe registrare un calo di visite perché quei parametri sono cambiati nottetempo.

Va infine ricordata un'altra cosa: l’audience che potete sviluppare su una piattaforma non è di vostra proprietà ma è di quella piattaforma. Ovviamente più un settore è attraente (lo sport, lo spettacolo o la semplice idea di essere famosi) più ci sarà competizione, più la piramide di cui sopra avrà miliardari in cima e gente alla base che ci prova, ma non guadagna nulla. 

 

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