Prevenzione primaria e secondaria, cura e ricerca: le cure oncologiche si “fanno in quattro”
L’innovazione hi-tech si accompagna ai programmi di prevenzione per la popolazione a rischio. Fondamentale il ruolo della ricerca
Non sostituisce, ma potenzia l’efficacia dell’equipe chirurgica e soprattutto consente ai pazienti di tornare più velocemente ad una vita normale.
Così il Robot Da Vinci ha conquistato tutti all’Istituto Oncologico Veneto dove, nel corso di due anni, sono stati trattati con questa tecnica mini-invasiva 1000 tumori. Questa è soltanto una delle innovazioni di ultima generazione che fanno dello IOV un centro di ricerca sanitaria e un ospedale di alta specializzazione di rilievo nazionale e internazionale. In effetti, l’Istituto Oncologico Veneto IOV – IRCCS è il primo e unico Istituto di Ricovero e Cura a carattere scientifico pubblico del Veneto destinato in maniera specifica alla ricerca sul cancro e alla prevenzione, diagnosi e cura dei tumori.
La chirurgia robotica
Inaugurato due anni fa nella sede dello IOV di Castelfranco Veneto, il sofisticato sistema Da Vinci, frutto di un importante investimento regionale, ha permesso un approccio mini-invasivo per varie procedure chirurgiche complesse. Il robot consente interventi di massima precisione, offrendo al chirurgo che lo governa una visione di campo in 3D, la possibilità di utilizzo di ferri chirurgici con un’ampiezza di movimento a 360°, andando così a simulare i movimenti del polso umano (la cosiddetta “wristed technology”), la possibilità di immagine a fluorescenza e di controllo da remoto dello strumentario. In questo modo si riducono la durata della degenza e le complicanze e si migliora decisamente il decorso post-operatorio. Dal 2021 sono stati già effettuati circa 1000 interventi di chirurgia robotica di cui il 24% per pazienti provenienti da altre regioni.
Vocazione hi-tech
Con l’acquisizione di nuove apparecchiature, inoltre, si è consolidata la tradizione che vede la radioterapia dell’Istituto Oncologico Veneto come una tra le più all’avanguardia sul territorio nazionale. Grazie al nuovo acceleratore installato nella sede di Schiavonia è possibile garantire maggiore accuratezza e precisione nella radioterapia in tutte le neoplasie soggette a naturale movimento nel corso della seduta, evitando la necessità di un incremento del volume bersaglio, limitando significativamente la dose ai tessuti sani adiacenti e riducendo quindi gli effetti collaterali. Altro esempio hi-tech di “radioterapia adattativa”, nella sede di Padova, è quello che associa ad un acceleratore lineare un avanzato software di intelligenza artificiale (Sistema Ethos) in grado di adattare le terapie, seduta dopo seduta, ai cambiamenti che intervengono in ogni singolo paziente. Si tratta della prima installazione in Italia in una struttura pubblica (e della terza in assoluto a livello nazionale) di questa modernissima piattaforma di trattamento.
Innovazione e umanizzazione delle cure
Ma l’innovazione da sola non basta a spiegare l’eccellenza di questo centro. Ad essa si accompagna l’approccio multidisciplinare e il trasferimento delle novità della ricerca alla pratica clinica che hanno reso nel tempo lo IOV un punto di riferimento unico per clinici e pazienti oncologici non soltanto del territorio limitrofo, ma anche dell’intera regione e a livello nazionale. Lo IOV, infatti, è stato individuato dalla Regione Veneto come “hub” di riferimento regionale per la patologia oncologica: il 54% dei pazienti proviene dai comuni limitrofi alle sedi dell’istituto, il 40% da altre ULSS della regione e il 6% da fuori regione, con trend di attrazione in crescita. Nel 2022 sono stati raggiunti oltre 115.000 pazienti con l’attività ambulatoriale e sono stati effettuati 8.272 ricoveri ospedalieri e 6.117 interventi chirurgici. Un elevato volume di attività che non va a scapito dell’umanizzazione delle cure, dell’attenzione alle esigenze del paziente e dei suoi familiari e del rispetto della dignità della persona.
Il ruolo della ricerca
L’innovazione e la naturale vocazione dello IOV a far proprie tecnologie all’avanguardia vanno di pari passo con la ricerca. Nel 2022, tra gli IRCCS «monotematici» in Italia, lo IOV si è collocato al 5° posto per entità del riparto totale della Ricerca Corrente 2021, con oltre 5.000.000 di euro (valore medio IRCCS: 3.445.669,48 €). Non solo: si è collocato al 1° posto per numero di pazienti arruolati in Trials interventistici con oltre 800 pazienti e al 1° posto anche per numero di Trials interventistici multicentrici come centro partner con 188 studi (valore medio IRCCS: 33).
Studi Clinici anche alla sede di Castelfranco Veneto
Dallo scorso anno è stata estesa anche alla sede di Castelfranco Veneto, di più recente acquisizione, l’attività di studi clinici sponsorizzati, con l’avvio dell’arruolamento per il trial “CYCLONE 3” (Principal Investigator: dr Francesco Pierantoni)”, che interessa il carcinoma prostatico ormonosensibile e il trial SunRISe 3 (Principal Investigator: dr Angelo Porreca) sul tumore della vescica, a cui si aggiungeranno nel prossimo futuro altri studi.
Il ruolo della prevenzione
Fondamentale l’attenzione alla prevenzione ed alla diagnosi precoce in campo oncologico.
Presso lo IOV è attivo un servizio che studia e prende in carico famiglie all’interno delle quali si sono presentati casi di tumore a verosimile trasmissione ereditaria. La consulenza genetica oncologica è svolta da un team multidisciplinare che comprende un genetista, un oncologo e un esperto specialista della patologia in esame oltre ad uno psicologo.
Lo IOV partecipa anche al programma RISP (Rete italiana screening polmonare) promosso e finanziato dal Ministero della Salute. Si tratta di un programma multicentrico di screening del tumore polmonare con TAC Torace, che ha l’obiettivo di reclutare in tutta Italia 10.000 candidati ad alto rischio. Il progetto è in corso in 18 centri italiani selezionati in modo da garantire la più ampia copertura del territorio nazionale. Tra questi centri è stato identificato dalla Regione Veneto l’Istituto Oncologico Veneto IOV – IRCCS che ha invitato a partecipare 480 soggetti tra i 55 e i 75 anni forti fumatori.
Tre test per gli screening del tumore al seno
Focus sulla prevenzione anche per il tumore al seno. In questo caso lo IOV, attuando un progetto promosso dalla regione Veneto, sta testando un nuovo metodo di screening basato sullo studio del rischio individuale che dipende non solo dall’età ma anche dalla familiarità, dalla densità del seno, dagli stili di vita e da fattori genetici. Il nuovo metodo prevede l’esecuzione di un triplice test e la successiva presa in carico, secondo protocolli personalizzati, dai 45 anni fino all’ingresso nel percorso di screening tradizionale, che parte a 50 anni. Il test prevede: mammografia con tomosintesi; calcolo della densità mammaria che è un fattore sia mascherante (riduce la sensibilità della mammografia standard) sia di rischio, attraverso l’utilizzo di un software dedicato; valutazione della familiarità. Le 10.000 donne, target dello studio, sono già state arruolate e saranno seguite fino all’ingresso dello screening standard.
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