Rabbino capo di Milano: 'Affrontiamo un odio profondo'

(ANSA) - MILANO, 23 FEB - "C'è una situazione generale in cui affrontiamo un odio profondo. All'odio profondo non eravamo così abituati, non è solo ostilità". Lo ha detto il rabbino capo di Milano Rav Alfonso Arbib, nel corso del momento di preghiera organizzato dalla Comunità ebraica in sinagoga per gli ostaggi ancora detenuti da Hamas e per coloro che sono stati riconsegnati morti, come i due fratellini Bibas. "Siamo abituati a pensare che tutto si aggiusta in qualche modo. Ma davanti a un odio di questo tipo rimaniamo schiacciati e non abbiamo la capacità di reagire - ha aggiunto -. Un'altra cosa preoccupante è che questo odio si sta espandendo, anche qui nei nostri Paesi, anche in Occidente". "Stanno uscendo i fantasmi del passato, si sentono dire cose ormai dimenticate. Dobbiamo riuscire a non avere paura - ha proseguito -. Noi ci sentiamo molto soli ma dobbiamo renderci conto che non lo siamo". "Quello che sta succedendo con le persone rapite da Hamas è un dolore tremendo, quello che è successo in questo anno da ultimo con i bambini Bibas", ha proseguito Arbib. "C'è dolore per quello che hanno subito e molte cose non vengono raccontate. Al dolore si mescola la rabbia - ha aggiunto -, per le sceneggiate di Hamas terribili e vergognose con le bare dei morti, c'è qualcosa di straziante ma che fa anche arrabbiare. Noi siamo più che arrabbiati". Il presidente della Comunità ebraica di Milano Walker Meghnagi ha spiegato come "sicuramente la pace è lontana, si pensava fosse vicina. È una cosa orribile vedere come consegnano gli ostaggi". Meghnagi ha parlato anche di Papa Francesco. "Siamo tutti preoccupati", ha detto. "Perché, al di là di alcune dichiarazioni, il Papa è un simbolo di pace". Infine, un passaggio sul sindaco di Milano. "Ci siamo rimasti malissimo, malissimo, non voglio fare polemiche, ma malissimo", ha detto Meghnagi commentando la decisione di Giuseppe Sala di non illuminare la sede del Comune in segno di lutto per i due fratellini Bibas riconsegnati morti da Hamas dopo la prigionia. (ANSA).
Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso