Omicidio Marcone da 30 anni senza colpevoli, 'cercare la verità'

(ANSA) - FOGGIA, 31 MAR - "L'appiglio per andare avanti è quello che dopo tanto tempo abbiamo provato a dire nuovamente anche attraverso il documentario. Capiamo se questo è sufficiente a dare nuova linfa ad indagini, a nuove piste e comunque la verità anche sulla vita professionale di Francesco Marcone è opportuno rispolverarla. Io penso che Foggia sia in cammino verso il cambiamento". Lo ha detto Daniela Marcone, figlia di Francesco, il direttore del Registro di Foggia ucciso il 31 marzo del 1995, dopo le sue denunce sulle irregolarità riscontrate in quegli uffici. Oggi ricorre il 30esimo anniversario della sua morte e per l'occasione è stata deposta questa mattina una corona di fiori presso la stele a lui dedicata. "Credo si debba fare uno sforzo ulteriore, non dobbiamo arrenderci - ha continuato Marcone -. E' evidente che le cose negli anni sono cambiate. Quella cappa, quel silenzio, quel buio ha oggi delle luci e quelle persone che si sono impegnate negli anni a Foggia possono farlo ancora più liberamente. Abbiamo provato a concentrarci sulla cultura della città per cambiare l'approccio culturale del cittadino foggiano". "Rispolvero - ha concluso - le parole dell'allora gip Lucia Navazio che diceva che quello che destava più sconcerto era che un pezzo di parte sana della città, pur conoscendo la verità, non aveva collaborato". E' intervenuto, tra gli altri, il procuratore di Foggia, Ludovico Vaccaro, il quale ha sottolineato che "quando in un omicidio non vengono individuati i responsabili è sempre una sconfitta". "Ricordo - ha aggiunto - che quando giunsi a Foggia nel 2018 promisi che ci sarebbe stato l'impegno nell'addivenire alla verità e l'impegno c'è. I procedimenti che vengono archiviati non sono definiti. Stanno lì posizionati in archivio per poter essere riaperti appena c'è la possibilità. Vivo questo momento con imbarazzo sotto il profilo istituzionale e con la speranza che qualcosa in questa città e provincia stia cambiando seppur lentamente. Abbiamo anche collaboratori di giustizia e questo ci fa sperare che la verità prima o poi venga fuori". (ANSA).
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