La cosmesi green è più amata dalle donne giovani e istruite

L'identikit dei consumatori in questo settore a Cosmoprof

(di Francesca Pierleoni) (ANSA) - BOLOGNA, 22 MAR - È donna, giovane, altamente istruita e in prevalenza vive al sud (Puglia, Campania e Sicilia sono in cima alla lista). È l'identikit di chi consuma prodotti naturali e erboristici tracciato durante il talk dedicato al settore, organizzato da Gruppo Cosmetici a Connotazione Naturale ed Erboristica di Cosmetica Italia nel corso di Cosmoprof Worldwide Bologna. "Per ogni prodotto di questo tipo circa il 55% di chi li acquista valuta alcune caratteristiche - spiega Giacomo Fusina, Ceo dell'istituto di ricerca Human Highway -: il fatto che sia naturale e biologico, che venga da una filiera sostenibile, che sia a km zero e come quarto elemento che sia vegano". Le donne "sono più attente a valutare gli Inci, l'impatto sull'ambiente, mentre l'uomo guarda soprattutto all'efficacia". I consumatori giovani sono molto attenti anche al packaging e ai valori etici proposti da un brand. Le categorie più considerate secondo questi fattori sono "la cura del viso, il trucco delle mani, il trucco del viso e le creme solari". La semplicità e l'autenticità nell'offerta "sono visti come criteri di qualità". Mentre a scoraggiare dall'acquisto ci sono elementi come "il non voler rischiare di incappare nel greenwashing e i dubbi sulle certificazioni dei prodotti" aggiunge Fusina. Fra le principali fonti di informazione su questi acquisti, le persone coinvolte nella ricerca non hanno indicato i media tradizionali, "ma fonti terze, come le recensioni online, il passaparola, gli influencer e le app". I consumatori di questi prodotti "chiedono in generale maggiore trasparenza, comprensibilità delle indicazioni, packaging più sostenibili, e l'equilibrio tra efficacia e sostenibilità". Nella realtà dell'erboristeria "c'è stata un'evoluzione anche da parte di chi c'è dietro il banco - osserva Wilmer Zanghirati Urbanaz, vice coordinatore della Federazione Erboristi italiani -. Prima gli operatori erano esperti delle piante officinali oggi spesso hanno anche conoscenze di fitologia e chimica. Si devono affrontare le sfide normative e di un mercato sempre più dinamico". L'interesse "è cresciuto in modo esponenziale, ma serve che qualcosa cambi. Il greenwashing è un problema serio, il consumatore con una certa formazione non si fa prendere in giro". Tutto il settore dovrà andare "verso una clean beauty, trainata dalla trasparenza delle formulazioni e la consapevolezza dell'impatto ambientale. In quest'ambito il ruolo degli erboristi diventa sempre più centrale". Da questo tipo di cosmesi "si sta diffondendo un'energia incredibile - osserva Laura Pedrini, presidente del Gruppo Cosmetici di derivazione naturale ed erboristica di Cosmetica Italia - con la tradizione botanica delle piante officinali unita alla tecnologia scientifica". Si sta assistendo a tassi di crescita molto elevati per questo mercato, "circa del 5-6% all'anno, un cosmetico ogni quattro venduti in Italia è a collocazione naturale". Tutto ciò "porta molte opportunità e sfide". Il consumatore "è sempre più informato, anche sugli ingredienti e la filiera, è più consapevole, attento alla propria salute e quella del pianeta". La ricerca "è il vero motore per creare l'innovazione. I bisogni del consumatore vanno intercettati e interpretati con un'offerta che non sia solo efficace, ma anche di grande sostenibilità su tutto il ciclo di vita del prodotto". (ANSA).

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