Gabriele Mainetti, 'sono cresciuto a pane e Bruce Lee'

La città proibita incontro culture con un'eroina alla Tarantino

+++ RIPETIZIONE CON TESTO CORRETTO ALLA RIGA 8 +++ (di Alessandra Magliaro) (ANSA) - ROMA, 15 MAR - "Mi affascina l'arte marziale, mi piace immaginarla non come lotta ma come balletto, nella realtà è molto violenta come al cinema abbiamo visto nei film di Bruce Lee che vedevo da bambino e che mi affascinavano moltissimo, provando a replicarli a scuola" racconta all'ANSA Gabriele Mainetti che proprio sul kung fu ha incentrato il suo nuovo film La Città Proibita, in sala dal 13 marzo con Piperfilm (RPT Piperfilm). Mainetti cita un precedente cinematografico del 1972 di arte marziale applicata a Roma, "come L'urlo di Chen terrorizza anche l'occidente con la sfida finale tra Bruce Lee e Chuck Norris, sconfitto, girata dentro il Colosseo". Per il regista, appassionato di arti marziali, La Città Proibita è "l'inseguimento di un sogno". In più "ho fatto incontrare le due culture, asiatica e occidentale, nel luogo a Roma che rappresenta tutto questo, ossia l'interculturale multietnica Piazza Vittorio, al servizio di una storia d'amore, una relazione sentimentale. La Città Proibita è una commedia all'italiana contaminata dal kung fu". Con una eroina femminile che sposta la prospettiva stereotipata sulle arti marziali: "Se avessi voluto fare un film classico con il protagonista maschile sarebbe stato poco interessante, qui è una storia d'amore anche tra due culture ed è il cibo a fare da trait d'union. E poi non sono certo originale, pago il mio tributo al grande Tarantino di Kill Bill". Mainetti è tipo da grandi gestazioni (e anche sfortune): "Questo film è stato pensato a settembre 2022, poi con gli sceneggiatori Stefano Bises e Davide Serino siamo andati avanti e nel settembre 2023 eravamo in pre produzione, prometto che i prossimi saranno più veloci", aggiunge il regista del cult Lo chiamavano Jeeg Robot e di Freaks Out. Prodotto da Mario Gianani e Lorenzo Gangarossa, una produzione Wildside (gruppo Fremantle), Piperfim e Goon Films, il film racconta di Mei (Yaxi Liu), una misteriosa ragazza cinese che arriva a Roma in cerca della sorella scomparsa.  Il cuoco Marcello (Enrico Borello) e la mamma Lorena (Sabrina Ferilli) portano avanti il ristorante di famiglia tra i debiti del padre Alfredo (Luca Zingaretti), che li ha abbandonati per fuggire con un'altra donna. Quando i loro destini si incrociano, Mei e Marcello combattono antichi pregiudizi culturali e nemici spietati, in una battaglia in cui la vendetta non si può scindere dall'amore. Colpi acrobatici di arti marziali caratterizzano tutto il film girato sotto i portici di Piazza Vittorio e nell'Esquilino dei commerci cinesi, come ci fosse una Roma di sopra in cui convivono persone di culture diverse e una Roma di sotto, illegale, con i bordelli cinesi e i traffici. "Volevo una protagonista vera, e quando - racconta Mainetti - ho conosciuto Yaxi Lui che da quando ha 5 anni pratica le arti marziali e ne ha fatto il suo lavoro, essendo stuntwoman anche di film importanti come il disneyano Mulan, non ho avuto dubbi. Ma per il provino ha vinto non con il kung fu, in cui è eccezionale, ma con una scena drammatica che ha toccato la sua esperienza personale, ha scoperto una prossimità con il personaggio che l'ha fatta recitare con il cuore. Yaxi Lui è una terzogenita e il padre ha dovuto pagare una multa per regolarizzare la sua posizione nella Cina in cui vigevano le norme del figlio unico. Anche Mei nel film è una figlia ombra...". (ANSA).

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