Zenga chiude dopo quarant’anni

Addio alla storica vendita di tappeti persiani ai piedi del cavalcavia

«Ho quarant’anni di lavoro, direi che possono bastare». Giorgio Zenga chiude la serranda per l’ultima volta. Finirà l’anno, e con esso una vita nel settore del commercio dei tappeti orientali. «Il 31/12 termina una vita di lavoro», si legge sulla vetrina del suo negozio ai piedi del cavalcavia della stazione, numero 27 di via Terraglio.

Una svendita totale definitiva. «L’immobile è mio, spero di affittarlo», dice Zenga, «anche se i tempi non sono dei migliori. Sa, un affitto in tasca farebbe comodo, la pensione sarà ridicola». La decisione di mollare tutto nasce da una serie di fattori. «I tanti anni di lavoro, innanzitutto», spiega l’imprenditore, «se fossi stato un dipendente statale, sarei già in pensione da un pezzo, no?», chiede retoricamente con un sorriso. Poi un’operazione chirurgica un po’ complicata e qualche problemino di salute, che a 65 anni pesa sulla capacità di reggere un’attività impegnativa. Infine, la mancanza di qualcuno a cui passare il testimone: «Mio figlio di vendere tappeti non ha nemmeno mezza idea, e allora...». E allora Zenga ha deciso di scrivere la parola fine.

La sua “carriera” nel settore è iniziata circa quarant’anni fa a Mogliano, in via Matteotti. Poi la sua piazza è diventata Treviso, e lo è stata negli ultimi trent’anni: nel negozio in via Martiri della Libertà, assieme al fratello, e poi da solo, ai piedi del cavalcavia. Ora «Svendo tutto il magazzino», dice con un’altra affissione in vetrina, e poi la sua Eden Sas verrà definitivamente cancellata dai registri della Camera di commercio. «La crisi ha colpito duro anche nel nostro settore», conclude Zenga, «il tappeto persiano è un bene voluttuario, se non ci sono soldi... Forse è proprio il momento giusto per dire “basta”».

Fabio Poloni

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