Incendio distrusse la Pmg di Volpago: assolti il titolare e la madre

I due erano stati accusati di aver dato fuoco all’azienda per riscuotere l’assicurazione. I difensori: «Prove inconsistenti, ristabilita la verità». Il pm annuncia appello

Marco Filippi
Il rogo alla Pmg di Volpago ripreso dall’alto da un drone
Il rogo alla Pmg di Volpago ripreso dall’alto da un drone

Sono stati assolti in rito abbreviato Mirco Poloniato, 33 anni di Trevignano, e la madre Giovannina Bortolomiol, 65 anni di Trevignano, rispettivamente legale rappresentante e dipendente della Pmg srl, accusati dalla procura del rogo doloso che, più di tre anni fa, distrusse la loro azienda di logistica e trasporti di Volpago.

La sentenza di primo grado, in rito abbreviato, è stata emessa il 13 marzo dal giudice Marco Biagetti che ha usato la formula del “fatto non sussiste” con il comma però della mancanza, insufficienza o contraddittorietà della prova. Reazioni opposte alla sentenza da parte dei difensori e del pubblico ministero Anna Ortica, che in requisitoria aveva chiesto la condanna a due anni e sei mesi per Poloniato e a due anni per Bortolomiol. Il pm ha infatti preannunciato il ricorso in Corte d’Appello contro la sentenza di assoluzione.

Molto soddisfatti, invece, i legali dei due imputati. «È una sentenza che ci aspettavamo» - spiega l’avvocato Alberto Berardi del foro di Padova che difende Poloniato assieme al collega Urbano Bessegato. «Il quadro indiziario s’è sempre dimostrato debole e le probabilità che il rogo della Pmg fosse doloso erano nulle».

Il legale di Bortolomiol, l’avvocato Fabio Busnardo spiega: «La mia cliente ha accolto con entusiasmo la notizia della sua assoluzione. Ora non ci resta che leggere le motivazioni della sentenza. Del resto erano inconsistenti sia il quadro indiziario che il movente».

In un comunicato stampa, inviato nel pomeriggio del 13 marzo, le difese degli imputati hanno sottolineato altri aspetti: «Una sentenza quella pronunciata oggi dal giudice dell’udienza preliminare di Treviso che conforta e ricostituisce dignità di cittadinanza, almeno in parte, ai titolari dell’azienda di logistica e trasporti di Volpago del Montello, già provati da tre anni di pendenza del procedimento penale a loro carico (anche perché sinora rappresentati sistematicamente dalla cronaca secondo la logica distorta della presunzione di colpevolezza), che ha provocato agli stessi un enorme patimento morale, e alla ditta un ingente danno d’immagine, che ha portato all’interruzione di alcuni tra i più significativi contratti in essere».

E aggiungono: «L’accusa non era fondata, non solo perché mancava in radice il movente di un fatto così grave (è stato difatti provato che la famiglia Poloniato non avrebbe avuto alcun vantaggio economico e patrimoniale, ma ha invero subito solo ingentissimi danni economici), ma anche perché – come dimostrato dalle consulenze tecniche delle difese, redatte dai professori Giuseppe Maschio e Chiara Vianello dell’Università di Padova e dall’ingegner Riccardo Bonaventura – non vi era alcuna prova della causa dolosa dell’incendio, anzi, è stata fornita una convincente spiegazione alternativa alla ricostruzione prospettata dall’accusa».

Il Comune di Volpago s’era costituito parte civile con l’avvocato Alessandro Michielan: «Il Comune di Volpago che io rappresento - dice Michielan - prende atto della sentenza del giudice in quanto all’ente interessa che venga fatta giustizia. Attendiamo il deposito delle motivazioni e soltanto in seguito valuteremo se partecipare o meno ad un eventuale ricorso in Appello, così come preannunciato dalla procura».

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