Vittorio Veneto in lutto, è morto il pittore Franco Anselmi
Il decesso domenica 5 gennaio, avrebbe compiuto 75 anni tra poche settimane. Sgarbi: «Nelle sue opere la giocosa serietà dell’infanzia»
È morto il pittore Franco Anselmi, Vittorio Veneto perde uno dei suoi artisti più rappresentativi.
Se n’è andato all’improvviso domenica all’ospedale di Conegliano, avrebbe compiuto 75 anni il prossimo 17 gennaio. Anselmi si diplomò perito elettrotecnico, quindi la laurea in Lingue e Letterature Straniere e poi quella in Sociologia.
Fino al 1994 si dedicò all’insegnamento, coltivando nel contempo la passione per l’arte, raccogliendo sempre più ampi riconoscimenti.
Visti i numerosi inviti a tenere mostre in Italia e all’estero, lasciò la scuola per dedicarsi alla pittura in modo pieno e continuativo.
I suoi quadri sono stati esposti in tutto il mondo: Stati Uniti, Nuova Zelanda, Turchia, Germania, Francia, Olanda, Svizzera, Austria.
Alcune sue opere sono conservate presso la Scuola dei Carmini a Venezia. Intensa anche l’attività presso l’International Art Center.
Anselmi usava una tecnica particolare, forse unica nel suo genere.
Un artista che, attraverso la pittura, ha scandagliato i variegati aspetti del mondo quotidiano, fatto di uomini e animali, gatti monocoli, civette, gufi, elefanti e degli indimenticabili cavalli.
«Ogni mia creazione è studiata nella forma e nei colori per accedere alla fantasia delle persone e risvegliare il bambino che è in loro», scriveva Franco Anselmi. «Io credo che i miei animali possano giocare questo ruolo: far riscoprire i veri valori della vita e il loro senso proprio mettendo in evidenza le carenze, i vizi, gli errori e le cattive abitudini che essi hanno e che noi esseri umani, allo stesso modo, pure abbiamo».
«Troppo spesso l’arte contemporanea giustifica la sua ragione di esistere lanciando messaggi impegnati», ha scritto di lui il critico d’arte Vittorio Sgarbi. «Franco Anselmi, al contrario, ci comunica la giocosa serietà dell’infanzia con la sua capacità di evocare immagini dalle fiabe e di dare concretezza ai sogni».
Il suo divertente zoo personale si è popolato nel tempo anche di giocolieri baffuti, di signore incappellate e persino di Madonne con bambino che si intrecciano in un immaginario pseudo-cubista.
«Anselmi è un poeta del quotidiano», sottolineava Sgarbi, «che guarda il mondo che lo circonda riscrivendolo poeticamente, come se fosse la visione di chi per la prima volta riepiloga dentro di sé l’alfabeto della vita».
«La sua bottega a Serravalle era un punto di gioia cromatica che emetteva un messaggio d’ottimismo vitale», scrive l’illustratore spagnolo Arcadio Lobato.
«Ha vissuto bene, assecondando i suoi desideri», racconta il figlio Fabio. «Negli ultimi tempi diceva che aveva” consegnato il compito”, sentiva che aveva fatto tanto nella vita ed era arrivato il momento di riposare. Lascia dei bei quadri, altrettanti bei ricordi come persona e artista».
Franco Anselmi sarà salutato in forma privata nel suo studio a Vittorio Veneto.
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