L’omicidio di Vincenza Saracino, il Venezuela non risponde sull’estradizione del killer
L’estradizione di Luigi Nasato è un caso internazionale. La procura ha chiesto di nuovo il rientro dell’arrestato, ma il confronto del dna è necessario. Il 32enne era fuggito dall’Italia il 3 luglio scorso, all’indomani dell’assassinio, e fermato 3 mesi dopo
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È in una fase di stallo il caso dell’estradizione di Luigi Nasato, 32 anni, il giovane accusato di aver ucciso nel tardo pomeriggio del 2 luglio dell’anno scorso la vicina di casa Vincenza Saracino, 50 anni di Treviso, dipendente del sexy shop De Sade di Preganziol, un’attività gestita dal marito Fabio Stefanato.
Nonostante le sollecitazioni della procura della Repubblica di Treviso, attraverso il ministero degli Esteri, dal Venezuela non arrivano risposte. Si sa soltanto che un paio di mesi fa, la Corte di Cassazione venezuelana ha confermato la misura del carcere per il presunto omicida di Vincenza Saracino. Ma dalle autorità giudiziarie del paese Sudamericano non ci sono segnali né in un senso né nell’altro.
Lo stesso capo della procura di Treviso, Marco Martani, aveva preannunciato, all’indomani dell’arresto di Nasato, che “alla base dell’estradizione c’è un profilo di discrezionalità politica”. E questo è sicuramente un segnale poco rassicurante, visto il caos in Venezuela. Di certo, non giovano i rapporti tesi tra Italia e il presidente del Venezuela, Nicolàs Maduro, la cui rielezione non è stata riconosciuta dal nostro governo. In carcere ci sono parecchi venezuelani con passaporto italiano accusati di aver sostenuto l’opposizione. Tra loro c’è anche il cooperante veneziano Alberto Trentini, 45 anni, accusato di terrorismo di cui non si hanno più notizie da metà novembre, da quando è stato fermato a Guasdalito, in Venezuela, e poi tradotto in carcere a Caracas.
Il silenzio sul destino di Nasato, dunque, non giova alle indagini. Il sostituto procuratore Giovani Valmassoi ha scritto per la terza volta, nei giorni scorsi, al ministero della Giustizia, interessando anche la Farnesina. Tra pochi giorni, infatti, sul tavolo di Valmassoi arriveranno i riscontri del Dna, prelevato dal corpo della vittima e dalla bicicletta, che l’omicida aveva scaraventato tra la folta vegetazione nell’area del casolare di via Maleviste, dove avvenne l’omicidio.
Il magistrato, però, non potrà confrontarlo con quello di Nasato, visto che non è stato ancora estradato. Per ovviare all’impasse potrebbe chiedere il prelievo del Dna dei genitori, che si trovano in Spagna, naturalmente allungando i tempi.
Nasato era stato rintracciato e fermato dall’Interpol il 27 settembre 2024 a Maracay, nello stato di Aragua, dove abita il nonno paterno. Il 32enne era fuggito dall’Italia il 3 luglio scorso, all’indomani dell’omicidio di Vincenza. Il corpo della donna era stato rinvenuto proprio quel giorno a 24 ore dall’omicidio nell’area del casolare abbandonato di via Maleviste a poche centinaia di metri da casa.
Ad ucciderla erano state cinque coltellate, anche se il suo assassino prima di estrarre il coltello l’aveva picchiata sferrandole dei pugni in pieno volto. Nasato si era recato in aeroporto a Venezia e si era imbarcato per Madrid per raggiungere suo padre, sua madre e suo fratello, ma temporaneamente, dopo pochi giorni infatti era partito alla volta del Venezuela nella casa del nonno, dove è stato trovato. Al momento dell’arresto non aveva opposto resistenza e si era fatto condurre nel carcere senza dire una parola né ammettere l’omicidio.
Il giorno del suo arresto il pubblico ministero Giovanni Valmassoi aveva emesso un decreto di irreperibilità nominando il legale Giovanna Bertolani, come difensore dell’indagato. A mettere sulla pista giusta gli investigatori furono le immagini dei sistemi di videosorveglianza pubblici e privati lungo via Maleviste e nei dintorni.
In un fotogramma si vede chiaramente che Vincenza Saracino era seguita in bicicletta dal suo presunto assassino e poi una ventina di minuti più tardi, il percorso veniva fatto al contrario soltanto da Nasato. Immagini che avevano inchiodato il 32enne, ora in carcere per omicidio volontario in Venezuela.
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