Villa Canello all’asta Il vigneto sul colle ne aumenta il prezzo

Una delle più belle terrazze sui colli del prosecco Docg in vendita per 3 milioni di euro: prima della crisi ne valeva 8

CONEGLIANO. Il colle Giano era una delle terrazze naturali più belle della Marca, uno stupendo affaccio su Conegliano, sulle vigne, sulla pianura. Per questo, nel Settecento, la famiglia Canello progettò e costruì lì la dimora di famiglia, diventata uno degli edifici più rappresentativi della nobiltà di Marca, e come questa decaduta negli anni. Acquisita nel 2007 dalla Platinum Immobiliare per la cifra strabiliante di 7,8 milioni di euro, Villa Canello ora è in saldo, travolta dal fallimento della società. All’asta, oltre al bellissimo edificio sulla vetta della collina, tutta la corte di vigne, 6 ettari coltivati a prosecco che differentemente dalla dimora, negli anni, hanno aumentato il loro valore.

I fasti perduti. Ritenuta «un felice esempio di architettura settecentesca», il complesso è stato inserito nell’elenco dell’’Istituto Regionale Ville Venete. All’inizio del Duemila è stata sottoposta ad un restauro integrale ad opera dell'architetto Angelo Buonocchio i cui costi sono stati parzialmente finanziati dallo Stato grazie a un contributo in conto capitale. L’intervento doveva segnare la rinascita di villa Canello dopo gli anni bui del disuso di fine novecento, ma non fu così. Il 28 settembre del 2007 l’immobile e il suo vigneto, entrambi proprietà di Giovanni Zaninotto, legale rappresentante della Santa Augusta Vini di Conegliano poi finito nei guai per vicende legate a una truffa nel settore vitivinicolo, vennero acquistati dalla Platinum Immobiliare S.r.l., società coneglianese per 7.900.000 euro. La villa rimase chiusa, anche al pubblico, nonostante quanto previsto per gli immobili ristrutturati anche con i soldi del Governo. Il silenzio durò mesi, anni, fino a quando la Platinum è andata gambe all’aria, e con essa le sue proprietà passate nelle mani del curatore fallimentare che oggi ha messo tutto all’asta per meno della metà del prezzo di acquisto: 3 milioni di euro.

Vale più il prosecco. Come detto, quando la dimora passò di mano, nel 2007, la Platinum sborsò 7,9 milioni. Di questi 7,1 milioni servirono per pagare l’immobile, 800.000 euro per acquistare i sei ettari di vigne che lo circondavano oggi interamente di Glera, marchiato prosecco Docg. Nel 2013, alla Palladium, già in liquidazione, subentrò il tribunale che per l’affitto fece un’asta. Si fece avanti la Vigne Matte che lo coltivò per 16mila euro (quasi un regalo) l’anno fino al 2016 quando il contratto è scaduto. A settembre dell’anno scorso una nuova asta, ma stavolta con valore base 25 mila euro l’anno, per altri tre anni. Oggi, il continuo crescere delle valutazioni dei terreni dedicati al prosecco, ha fatto sì che la perizia di stima alla base dell’asta di Villa Canello e dle suo vigneto valuti quasi più questo che l’immobile. Rimessa sul mercato oggi, la villa che valeva 7,1 milioni dieci anni fa, oggi ne vale tre. I filari, che un tempo valevano 800mila euro, oggi con le piante di prosecco valgono 1,2 milioni. Il totale fa 4 milioni e rotti, che svalutato dalla vendita fallimentare cala a tre milioni di euro.

Tra storia e curiosità. Villa Canello, oggi, non è bella come sembra. Sebbene il restauro del 2004 l’abbia rimessa in sesto resta ancora molto da fare, ci sono sale da restaurare, annessi da finire, ma c’è anche un mondo segreto da svelare. Le opere di restauro hanno infatti anche scoperto un tunnel sotterraneo, un passaggio segreto a cui si accede tramite una botola che all’interno della “sala degustazione”. Conduce direttamente alla barchessa, ma senza passare per corridoi, porte, sguardi. A cosa serviva? Alla domanda possono rispondere solo i Canello, o la loro servitù.

Federico de Wolanski

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