Viaggio nel tempo con i Giganti

«Non sopporto più le grandi città. Via da Milano e dal caos. Ora me ne sto in un paesino nell’Appennino tosco-emiliano e vivo benissimo». Per Enrico Maria Papes, la mitica voce dei Giganti (classe 1941), anche Signoressa , frazione di Trevignano, era “troppo”. Ci ha abitato dal 1974 al 1991, quando ha appeso la batteria al chiodo e con la moglie ha preso in gestione un pub. Papes (tutti lo chiamano ancora così, ma all’anagrafe è Sergio Enrico Maria) a Signoressa ci è arrivato dopo due anni lo scioglimento (1972) di uno dei gruppi più noti e significativi della musica italiana anni Sessanta. Il suo legame con la Marca è nelle radici familiari. «Mio padre (che suonava la tromba in orchestre ndr) era nato a Treviso. L’ultima volta che sono venuto a suonare in zona è stato quattro anni fa , una serata in cui c’erano anche i New Trolls». Venerdì 11 gennaio, chi vuole riascoltare la sua voce profonda da basso più famosa dei favolosi Sixties italiani, lo incontra dopo le 21 sul palco della ventesima festa del Radicchio di Zero Branco, nel concerto organizzato dalla Pro Loco, in cui ci ha messo lo “zampino” Gilberto Giusto, sassofonista trevigiano amico di vecchia data di Papes. Enrico Maria è l’unico rimasto della prima formazione a portare avanti il marchio Giganti, di cui facevano parte Checcho Marsella e i fratelli Giacomo “Mino” e Sergio De Martino (scomparso nel 1996). Una storia “gloriosa”, la loro fin dall’inizio (1965) con il primo nucleo che ruota attorno al Santa Tecla di Milano ad accompagnare Ghigo e Gaber. Non suonano in stila puramente beat, ma c’è anche rock’n’roll e pop. «Siamo stati tra i primi gruppi a suonare canzoni scritte da noi e ad aprire la strada al prog rock», dice Papes, che dei Giganti era il batterista. Oggi ha passato le bacchette al figlio Alessandro e si è “buttato” sulle percussioni. Del gruppo attuale fanno parte il padovano Francesco Romagna e il salernitano Vicenzo Manzi. «Chiaramente a Zero Branco suoneremo i pezzi più significativi dei Giganti , ma faremo anche De Andrè e Guccini», anticipa Papes, «Una parte sarà dedicata al rock’n’roll americano, quello con cui ho cominciato, ma anche agli anni Settanta con Hendrix e i Santana. Per poi passare ai brani più famosi degli anni Sessanta di altri artisti. Scrivere cose nuove oggi non è conveniente, in un mercato in cui non si vende».
Cristiana Sparvoli
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