A Treviso si studia la nuova viabilità per i bus lungo il Put senza tagliare alberi

Il progetto sarà definito entro un mese per concorrere ai finanziamenti pubblici. Corsie alternative in altre strade contro il traffico. Intanto in città è ancora caos mobilità, specie nei giorni di pioggia

Federico de Wolanski
Traffico congestionato lungo il Put a Treviso
Traffico congestionato lungo il Put a Treviso

Se il periodo di ferie aveva fatto dimenticare i mal di pancia causati dalla viabilità cittadina, il ritorno alla normalità lavorativa post Epifania ha rimesso davanti tutti alla drammatica problematicità di un traffico cittadino sempre più intasato nelle ore di punta e, nel giorni di pioggia, paralizzato.

Ma ha anche fatto ricordare che il Comune, lo scorso autunno, dopo tante e consecutive giornate infernali della mobilità, aveva lanciato il l’ “Osservatorio per il trasporto pubblico locale e la viabilità”, un tavolo tecnico tra l’ufficio mobilità e Mom per studiare soluzioni contro il traffico. Che fine ha fatto?

«Entro fine mese presenteremo il progetto per la nuova viabilità dedicata al trasporto pubblico» annuncia l’assessore De Checchi . Il piano è top secret, ma quel che trapela è che se di “terza corsia” del Put si parla, l’intenzione è di non realizzarla abbattendo alberi, anche il era stato proprio il sindaco ad aprire alla possibilità «qualora si rendesse necessario».

La scadenza di gennaio serve per poter concorrere ai finanziamenti pubblici per la realizzazione delle opere del piano che prevederebbe una riconfigurazione delle corsie esistenti in alcuni tratti del Put ma anche in altre arterie cittadine per liberare dalle code il trasporto pubblico.

Arriveranno? Si spera. Erano vent’anni fa che gli autisti dell’allora Actt chiesero più spazio per le linee del trasporto pubblico. Da allora l’unica corsia preferenziale fatta – in strada Ovest – è stata cancellata e il traffico esponenzialmente aumentato, costringendo i bus alle stesse code delle auto e rendendoli di fatto inutile alternativa.

Basti pensare solo ai risultati dello studio sulla mobilità dei dipendenti comunali ufficializzato giovedì dal Comune, studio che ha certificato come 6 dipendenti su 10 vadano a lavoro in l’auto, da soli, per la mancanza di alternative utili a livello di Tpl (sia per orari e fermate, che per tempi di percorrenza), e perchè non ritengono adeguate le ciclabili cittadine.

«Colpa di prezzi della Mom e della disponibilità di tanti parcheggi a basso costo o gratuiti in città» ha detto la Mobility manager Michela Mingardo commentando la relazione del suo ufficio, considerazioni che paradossalmente chiamano in causa proprio il suo Comune, sia i termini di quantificazione delle tariffe della sosta, sia in quanto membro dell’ente di Governo che definisce le tariffe Mom.

Da capire poi se l’osservatorio abbia valutato anche il caso tangenziale: con lo svincolo dell’ospedale e di San Giuseppe in perenne ingorgo. E non ne risente solo la mobilità privata. Pare che di recente alla Mom sia arrivata la lavata di capo del sindaco di Zero Branco che lamentava come molti studenti non riuscissero ad arrivare puntuali agli scambi con le navette della Madonnina per i bus bloccati in coda. 

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