Via dal Fadalto con la famiglia: «Ho paura»
Guido Paier, impiegato di 40 anni, ha trasferito moglie e figli: «Resto qui solo per il lavoro»

VITTORIO VENETO.
Una famiglia che se ne va dal Fadalto, lasciando la propria casa con gli scuri chiusi. E' troppa l'ansia di vivere ogni giorno con il pensiero di una tragedia imminente. Un giorno più degli altri un boato ha interrotto la quiete domestica di Guido Paier. Stava guardando la televisione, sul divano dormiva la figlia di un anno. Con il rimbombo, cupo e sordo, hanno vibrato anche i muri, i vetri delle finestre. «Un boato potentissimo, una paura intensa come mai. Ne ho parlato con mia moglie, qualche giorno dopo lei ed i miei due figli si sono trasferiti in Toscana, ed al momento non siamo intenzionati a riprendere la vita di prima», racconta Guido, che parla al plurale perché in Toscana ormai ci abita praticamente anche lui. Padre di famiglia quarantenne, fa l'impiegato nel vittoriese e per lavorare deve vivere in Fadalto da lunedì a venerdì. Ma già da un mese la moglie, Paola Cherubini, insegnante, ed i figli di quattro anni e un anno e mezzo, sono in Toscana, in un borgo medievale nei pressi di Montepulciano, Guido li raggiunge ogni fine settimana. Lì si sentono al sicuro dai boati. E qualcuno deve pur dare un'occhiata anche alla casa in Fadalto Alto, poco prima della chiesa, comprata per viverci, e che ora invece viene abitata solo da Guido, con il pensiero che se arrivasse un terremoto chissà se le strutture reggerebbero. «Abbiamo deciso di andarcene qualche settimana fa, ero in salotto a guardare la televisione con mia figlia di un anno e mezzo, che dormiva. Un boato fortissimo, hanno tremato la casa, i vetri, i bicchieri. Una cosa incredibile, spaventato ho chiamato subito protezione civile e vigili del fuoco - racconta Guido - Ne ho parlato con mia moglie. Abbiamo deciso per il trasferimento in Toscana, dai suoi genitori, io torno lì il week-end. E' una vita difficile ma sono molto più tranquillo». E' stata una decisione dettata dalla paura che possa succedere qualcosa di irreparabile. «Tengo informata mia moglie per telefono su tutto quello che succede, lei vorrebbe tornare a casa ma è meglio di no, anche secondo quello che dicono gli esperti. Tuttavia credo ci sia molto allarmismo e protagonismo inutile, che non serve a noi residenti. Il kit? Non l'ho preparato, sono convinto che in quei momenti i pensieri e le necessità vere sarebbero altre». L' ansia è continua per Guido, quando si trova a casa in Fadalto. «A volte, di notte, le travi che scricchiolano mi tengono sveglio. La casa l'abbiamo comprata per viverci e a suo tempo abbiamo fatto dei lavori di ristrutturazione con criteri antisismici, si sa com'è la zona. Dovrebbe reggere, almeno parzialmente». Per il momento la famiglia di Guido continuerà a vivere in trasferta.
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