Venezia, corteo contro gli impianti fotovoltaici di Favaro e Mogliano
I comitati hanno marciato dalla stazione ferroviaria Santa Lucia alla sede del consiglio regionale a Palazzo Ferro Fini: «No agli speculatori di territori sulle nostre case e sulla nostra salute»

Un serpentone di cento manifestanti ha sfilato questa mattina, 14 marzo, dalla stazione ferroviaria Santa Lucia alla sede del consiglio regionale a Palazzo Ferro Fini, contro l’installazione di maxi-impianti in aree agricole, da quello di Ca’ Solaro (a Favaro) all’impianto in via D’Azeglio e via Cavalleggeri (Mogliano Veneto). Brandendo manifesti con su scritto «Agrivoltaico, solo nel rispetto di ambiente e cittadini», ma soprattutto guidato da uno striscione in capo al corteo che recita «No agli speculatori di territori sulle nostre case e sulla nostra salute».
Sono il Comitato dei Cittadini Ca’ Solaro, quello a difesa di Via D’Azeglio, la Rete dei Comitati del Polesine e la municipalità di Favaro, supportati da Italia Nostra e dal Cia-Agricoltori Italiani Venezia, che chiedono a gran voce «di non occupare terreni che producono cibo» e di destinare i progetti in zone ritenute idonee per ospitare gli impianti, dalle ex cave agli svincoli autostradali.
«I terreni agricoli devono continuare a fare i campi, l’agrivoltaico è un modo furbo per devastare le coltivazioni» incalza al microfono Nicoletta Giustetti del Comitato Via D’Azeglio.
«Chiediamo alla Regione l’installazione su superfici già compromesse» rincara Luca Pollazzon del Comitato Ca’ Solaro, «come in aree industriali, capannoni, parcheggi e discariche».
In Veneto ci sono 1187 siti industriali compromessi, spiega Claudio Verna del comitati Via D’azeglio, «è ridicolo che si utilizzino i campi per i pannelli: sono stati destinati 35 milioni di fondi in Veneto per le rinnovabili, che siano utilizzati per riqualificare le zone abbandonate».
Favorevoli alle energie pulite, ma non a spese del territorio agricolo, i manifestanti chiedono soluzioni che non mettano a rischio la produzione alimentare.
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