Veneto banca, sì ai sequestri per villa e conti correnti di Consoli

TREVISO. Nessuno sconto per Vincenzo Consoli. Il tribunale del Riesame di Treviso ha respinto il ricorso presentato dall’ex amministratore delegato di Veneto Banca contro la conferma del sequestro della villa di Vicenza, che si affaccia su Campo Marzo, e il blocco dei conti correnti, compreso quello della moglie. La richiesta era stata formalizzata dal difensore di Consoli, l’avvocato Ermenegildo Costabile del foro di Milano, cui si era opposto la Procura con il pubblico ministero Massimo De Bortoli che, ora, dovrà prepararsi a chiedere il rinvio a giudizio per gli indagati nel filone principale dell’inchiesta sul dissesto dell’ex popolare di Montebelluna,
Intanto in tribunale a Treviso si sta cercando di capire come organizzare l’udienza preliminare. Sabato scorso una delegazione di magistrati era infatti andata a Vicenza per assistere all’udienza nella quale la Procura ha chiesto il rinvio a giudizio per l’ex presidente dell’istituto, Gianni Zonin, e altra sei persone tra manager e amministratori. A guidare la delegazione c’era il coordinatore dei gip Bruno Casciarri, accompagnato dai colleghi Gianluigi Zulian e Piera De Stefani.
Treviso sta infatti iniziando solo ora a preparare il maxi processo per l'ex Popolare visto che inizialmente era stato radicato a Roma e che il trasferimento di competenze è avvenuto solamente un paio di mesi fa. E quindi solo adesso si è posta la questione della logistica. A Treviso si tratterà prima di tutto di definire l'adeguatezza degli spazi. I giudici sono ottimisti a questo proposito: ci sono le aule del pianterreno e c'è quella dell'Assise che è sufficientemente vasta. Le stanze potrebbero poi essere collegate tra loro in videoconferenza, esattamente come sta avvenendo a Vicenza. Se invece gli spazi si rivelassero inadatti, si punterebbe all'aula bunker di Mestre. L'altro aspetto con cui fare i conti sono i tempi, che a Treviso sono davvero strettissimi. «Eravamo interessati a vedere come si è organizzata Vicenza», aveva spiegato sabato il giudice Casciarri dopo aver seguito per qualche ora l'udienza, «hanno fatto un lavoro davvero eccellente e hanno saputo valorizzare al meglio i mezzi limitati che c'erano».
Da Roma sono arrivati oltre cinquanta faldoni, quasi 60 mila pagine di atti di cui 800 compongono la relazione sull’indagine svolta dalla Guardia di Finanza e 450 sono quelle che contengono le perizie. Sono le carte arrivate in Procura dopo che il gup del Tribunale di Roma ha dichiarato la competenza di Treviso sul procedimento a carico degli ex vertici di Veneto Banca per aggiotaggio e ostacolo alla vigilanza. Una montagna di documenti presa in carico dal sostituto procuratore De Bortoli dopo l’assegnazione avvenuta da parte del Procuratore generale di Venezia.
Vincenzo Consoli si prepara ora ad affrontare l’udienza preliminare con il quarto avvocato dopo che, prima Massimo Malvestio poi il professor Franco Coppi, l'avvocato che tra gli altri ha difeso Giulio Andreotti e Silvio Berlusconi, e infine l'avvocato Alessandro Moscatelli hanno lasciato l’incarico difensivo. Quest’ultimo, in particolare, lo ha fatto all'indomani di una vittoria schiacciante quale il trasferimento del processo Veneto Banca da Roma a Treviso che rischia di far saltare tutto il procedimento.
Consoli è stato l'unico tra gli ex vertici delle Venete ad essere arrestato e il primo a subire i sequestri di beni, ma questo succedeva all'inizio dell'inchiesta, quando appunto la difesa era ancora tutta da impostare. E infatti, successivamente, l'ex dg ha avuto vita decisamente tranquilla: i beni familiari non sono stati toccati da provvedimenti della magistratura (a differenza di quanto è accaduto a Vicenza per Bpvi e in particolare per le proprietà di Gianni Zonin) e le incriminazioni più pesanti a suo carico potrebbero cadere per effetto della prescrizione a seguito del trasferimento del procedimento a Treviso, chiesto e ottenuto proprio dall'avvocato Moscatelli.
La cosa certa è che Consoli cambia linea difensiva in corsa e che il nuovo avvocato, Ermenegildo Costabile, si è trovato davanti un lavoro non facile: studiare daccapo il milione di pagine di inchiesta Veneto Banca e decidere in fretta quale strategia seguire.
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