Velodromo di Spresiano, il cantiere può ripartire
Ci sono i 35 milioni e la firma sul mutuo. Il 2025 sarà l’anno della rinascita dell’impianto iniziato già nel 2018 a Lovadina. Subito il bando, a settembre nuovi lavori per 18 mesi: tremila posti sulle tribune
Il 2025 sarà l'anno della rinascita del velodromo di Spresiano. Ieri l'ultimo passaggio tecnico: la Regione ha acceso un mutuo da tre milioni di euro con l'Istituto per il credito sportivo e culturale per finanziare il completamento dell'opera, contratto che segue di pochi giorni quello da quattro milioni sottoscritto - sempre con Icsc, sede a Roma - dal Comune di Spresiano.
Un totale di sette milioni che si aggiungono ai 28 messi a disposizione dal ministero dello sport: 20 eredità della Finanziaria 2008, altri otto garantiti già un anno fa dal governo.
Un impianto di categoria 1, quindi per grandi eventi, che costerà 35 milioni complessivi. Un'Araba fenice, pensando allo stop al cantiere dell'agosto 2019 per i problemi finanziari del costruttore Pessina.
Stop che, fino a due anni fa, sembrava la fine di tutto.
La fine di un sogno cullato dagli Anni '80 nella Marca ora eletta capitale mondiale della bici (Uci bike label) dall'Unione ciclistica internazionale.
Ma nel 2025 si ricomincerà: a inizio anno la pubblicazione del bando per la ripresa dei lavori, a settembre a Lovadina torneranno ruspe e operai.
Il cantiere durerà 18 mesi: obiettivo portare lì la preparazione della squadra azzurra in vista delle Olimpiadi di Los Angeles 2028. Si realizzerà un velodromo da tremila posti, la polifunzionalità come principio cardine: potrà ospitare, oltre al ciclismo su pista, basket, volley, pattinaggio, hockey, atletica indoor.
Polivalenza necessaria per rendere sostenibile la gestione dell'infrastruttura.
Gioisce Marco Della Pietra, sindaco di Spresiano: «La ripartenza dei lavori suggella l'ultimo riconoscimento di Treviso capitale mondiale della bici. Ora speriamo vada tutto dritto: non era uno scoglio facile da superare, tutti gli attori in campo hanno dato grande apporto».
Gestione
«Sappiamo già dell'interesse di una multinazionale straniera specializzata nella gestione degli impianti», rivela Cordiano Dagnoni, presidente nazionale Federciclo.
Chiave di volta è la multidisciplina, le analisi della piattaforma Delta dell'Istituto per il credito sportivo fanno ben sperare: per ogni euro investito, si prevedono benefici per la comunità oltre sei volte superiori.
Una volta portati a termine i lavori, la gestione della struttura sarà affidata a un operatore qualificato mediante gara pubblica bandita da Federciclo.
Il velodromo ospiterà eventi sportivi internazionali e altre manifestazione di rilievo, gli spazi saranno in uso alla Federazione (180 giorni all'anno) e Comune.
Oggi l'Italia della pista, che tante soddisfazioni ha raccolto negli ultimi anni con i vari Ganna e Viviani, può contare solo su un impianto indoor (più piccolo) a Montichiari.
E fa un certo effetto che la svolta per l'impianto del
le Bandie coincida con il 90esimo della nascita del Vigorelli di Milano, tempio per tanti anni del ciclismo tricolore: quasi un passaggio di consegne.E pensare che, fino a due anni fa, ossia prima del progetto rimodulato e reso più sostenibile da Sport e Salute, solo un inguaribile ottimista avrebbe potuto sperare nella rianimazione di un'eterna incompiuta.
«Una vittoria essere riusciti a far ripartire un progetto morto», sottolinea Dagnoni, numero uno Federciclo, «non avevamo grandi speranze all'inizio, la ripartenza è motivo di soddisfazione verso gli scettici. Spresiano avrà un impianto utile non solo al ciclismo, ma ad altre discipline. I lavori ripartiranno a settembre 2025: vorremmo essere lì un anno prima dei Giochi di Los Angeles, consentendo alla Nazionale di effettuare la preparazione su una pista moderna».
Cronistoria
La saga del velodromo trevigiano comincia già negli Anni '80, quando si pensa di legarne la costruzione al Mondiale su strada di Giavera 1985.
Primo passaggio chiave, dopo decenni di chiacchiere e progetti presto abortiti, fu la concessione di 27 milioni di fondi pubblici tramite la Finanziaria 2008.
Dieci anni dopo la posa della prima pietra a Spresiano, ma i problemi finanziari di Pessina, che aveva vinto l'appalto, impongono a Federciclo la chiusura del cantiere nell'agosto 2019. Due anni fa il progetto viene revisionato da Sport e Salute, società in house della Presidenza dl Consiglio.
Ed emerge la necessità di 15 milioni in più, complici i rincari nell'edilizia: arriveranno da governo, Regione, Comune. A fine novembre 2024 l'accordo di programma, per il completamento dell'opera, con la Presidenza del Consiglio.
L'Araba fenice si prepara a spiccare il volo.
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