«Veleno ai cani, attenti a vicini e cacciatori»

CAERANO. Dal Montello alle grave del Piave e dai parchi pubblici ai giardini privati è allarme bocconi avvelanti che uccidono i cani. «Purtroppo è difficile individuare i responsabili anche se spesso a posizionare i bocconi nelle aree boschive e lungo i fiumi sono cacciatori che vogliono uccidere le volpi ree di magiare la selvaggina che vogliono invece catturare loro», sostiene il presidente provinciale dell’Enpa (Ente nazionale protezione animali) Adriano De Stefano.
«A spargere le esche velenose nei parchi pubblici e nei giardini privati sono di solito invece persone che sono infastidite dagli animali o che vogliono in qualche modo colpire i loro proprietari», continua De Stefano che sottolinea come ci sia spesso anche la mano di folli la cui azione è dovuta a crudeltà gratuita. Il problema può però essere prevenuto.
«Se si vuol lasciare scorrazzare libero il proprio cane in un bosco la cosa migliore e mettergli la museruola così non mangerà nulla di pericoloso. Se invece si hanno problemi di vicinato la cosa migliore da fare è mandare una lettera di diffida: non tutti sanno che avvelenare un cane o un gatto è reato» prosegue il presidente provinciale dell’Enpa. «Se poi dovesse avvenire una morte sospetta di un animale domestico bisogna andare subito da un veterinario che in caso di sospetto avvelenamento ha l’obbligo di avvertire chi di dovere per avviare le indagini e prevenire altri brutti episodi», conclude De Stefano.
L’ultima morte sospetta di un bestiola è avvenuta mercoledì verso le 13.30 nello spazio verde pubblico tra via Corazzin e via Reginato a Caerano dove Marta Floreano aveva portato a fare una passeggiata la sua cagnolina Maya di dieci anni. La bestiola a un certo punto ha trovato qualcosa, che molto probabilmente era un boccone avvelenato: lo ha divorato e si è subito sentita male tanto da spirare dopo un’ora di tormenti, durante i quali la sua saliva è diventata verde.
A rendere pubblica questa brutta storia è stata la figlia della signora, Sara Gatto, educatrice cinofila, molto legata alla povera bestiola. Il servizio veterinario dell’Usl esaminerà la carcassa e, se sarà provato l’avvelenamento, scatterà la denuncia.
Solidarietà alla “famiglia di Maya” è giunta dal sindaco Gianni Precoma: «Anch’io ho una cagnolina che è ormai parte della famiglia per cui so cosa si può provare davanti ad atti del genere e appena ho saputo della cosa ho telefonato alla signorina Gatto per fargli sentire la mia vicinanza», commenta. —
Gino Zangrando
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