Tutto il bello dei termosifoni: Antrax, il design dei caloriferi alla conquista dei mercati
Fondata da Ivano Crosetta, oggi l’azienda di Resana è portata avanti dai figli Andrea, Alberico e Luigi. Sessanta dipendenti e 8,3 milioni di euro di fatturato, 50 milioni di combinazioni di prodotti “custom”
In vita vostra, quante volte avete detto «Guarda che bel termosifone»? Se la risposta è mai, fate parte del motivo per cui Antrax è nata. Quella che oggi è un’azienda da 60 dipendenti e 8,3 milioni di euro di fatturato è partita proprio da questa idea: applicare il concetto di estetica all’arredamento non solo per quanto riguarda i mobili, bensì anche sul fronte del riscaldamento. Un’idea che parte da lontano.
Le origini
Antrax, infatti, sede a Resana, ha alle spalle 25 anni di attività ma la sua rincorsa è ben più lunga. A gestirla oggi sono i tre fratelli Andrea, Alberico e Luigi Crosetta. È stato il loro padre Ivano, classe 1943, a mettere il seme e a fare partire l’attività che porta oggi il nome di Antrax a essere presente sulle targhe dei principali premi di design e sull’insegna di uno showroom di proprietà nel cuore di Milano.
«Mio padre negli anni Sessanta faceva l’installatore – racconta Alberico Crosetta, che ci apre le porte dell’azienda – poi si è messo in proprio e ha fondato un’azienda di termoidraulica con i fratelli, affiancata dagli anni Ottanta da una commerciale». Importando vasche, rubinetteria e sanitari da Francia, Germania, Belgio e Gran Bretagna, Ivano Crosetta ha iniziato a coltivare il gusto per qualcosa di diverso, più bello. «Il crollo della lira nell’86-87 ha costretto a puntare sui prodotti locali, e mio padre ha iniziato a vendere prodotti estetici anche applicati ai radiatori, cosa del tutto nuova».
Bellezza e tecnica
Il business coi fratelli poi si è sciolto, Antrax per un breve periodo si era riconvertita nel settore dei caminetti (il nome deriva dall’antracite e dall’inox, perché erano prodotti in acciaio) ma dal 2003 è tornata al vecchio amore e ha puntato tutto sul concetto di design applicato ai radiatori. «Ma è design che si deve applicare alle soluzioni tecniche – spiega Crosetta – perché il radiatore sembra semplice, è un tubo in cui entra acqua ed esce acqua, ma per ogni prodotto nuovo bisogna saper adattare il processo produttivo».
C’è qualcosa di sartoriale, in tutto ciò, e lo si coglie visitando l’area produttiva da dodicimila metri quadrati. «Abbiamo 96 mila variabili dimensionali e 200 cromatiche per i nostri prodotti, la customizzazione è estrema, ci sono cinquanta milioni di combinazioni possibili – spiega Crosetta – con un alto contenuto tecnologico e di automazione: la nostra è una fabbrica 4.0 in cui il sistema che gestisce gli ordini parla direttamente con le macchine che producono i radiatori».
Affari di famiglia
Alberico, 52 anni, si occupa della direzione e del coordinamento delle aree marketing e commerciale. Andrea, invece, il fratello maggiore, 53 anni, è designer e si dedica alla progettazione. Il fratello minore, infine, Luigi, 48 anni, è il responsabile della produzione.
«Nostro padre ormai si è ritirato, anche se è qui tutti i giorni», racconta Alberico. E la terza generazione sbircia già in azienda: «I miei fratelli hanno un figlio a testa, io due, maschio e femmina, il maggiore ha 18 anni. Sono orgogliosi del nome dell’azienda». Strada tracciata? «Non credo all’ereditarietà, faranno questo lavoro se ne avranno la passione e la capacità. L’azienda è strutturata, questo è importante: solo in una cornice così un passaggio generazionale può funzionare».
La crescita
Stondati, morbidi, a forma umana stilizzata, a pettine: i radiatori Antrax sono veri e propri oggetti d’arredo, non “banali” caloriferi. Partita con 50 metri quadrati di ufficio e 150 di officina a Castelfranco, Antrax è a Resana dal 2001 e ha una sede logistica anche in Spagna. Dello showroom a Milano si è detto, il prossimo potrebbe essere a Roma. «Lo showroom nasce come punto di rappresentanza, non di vendita. Lavoriamo su un segmento di mercato medio-alto, interagiamo con gli architetti che curano i progetti, abbiamo contatti continui con gli studi di progettazione».
Antrax è cresciuta con grandi designer come Piero Lissoni, Matteo Thun e Antonio Rodriguez, Dante Benini e Luca Gonzo, Marc Sadler, Francesco Lucchese e altri, con l’obiettivo di realizzare radiatori di altissima qualità estetica, tecnica e di sostenibilità che potessero assecondare le esigenze progettuali più ambiziose. «Ci siamo affermati nell’ambiente bagno e ora ci stiamo progressivamente consolidando nei segmenti living, cucina, camera, ma anche nel mondo ufficio e nell’hotellerie». Il mercato premia: il fatturato 2021 (8,3 milioni di euro) ha fatto segnare +30% sul 2020 e +23% sul 2019 pre pandemia.
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