Turisti, cuochi e appassionati. Il radicchio di Treviso fa colpo
Via alla 32esima festa a Dosson con Zaia i sindaci, tanti politici ma soprattutto amanti del fiore rosso

L'inaugurazione della festa
CASIER. Territorio, tradizione, gusto. Ma anche solidarietà, motore dell’indotto turistico di Marca, cultura. Tutto questo è sua maestà “radicchio di Treviso Igp”. Dosson, per la trentaduesima volta, celebra il fiore d’inverno più famoso, con una festa che cresce ogni anno di più.
È partita il 26 gennaio e proseguirà a suon di cene a tema ed eventi fino al 4 febbraio. Gli organizzatori chiedono una prece, non chiamatela solo sagra. Il radicchio, negli stand di Dosson, viene celebrato a 360 gradi.
E ieri, a “benedire” l’evento, è arrivato pure il presidente della Regione Veneto Luca Zaia. È stato un tripudio di lodi al festeggiato - il radicchio - definito dal governatore «motore del turismo e della ristorazione della Marca». In tutta Treviso e provincia non c’è mare, non ci sono le piste da sci. Eppure i numeri del turismo parlano chiaro: «La nostra forza è l’enogastronomia», ha detto Zaia. E a Dosson mangiar bene e bere bene è diventato quasi un mantra. Tutto il paese si mobilita, per i giorni della festa, perché tutto sia perfetto. Ne è la prova la squadra di 120 volontari, gli assessori che servono ai tavoli, oltre al via vai di corriere cariche di persone che arrivano a Dosson per una o più giornate a tutto radicchio.

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Cifra dell’evento, la solidarietà, che prende diverse forme. Dagli scambi culturali alle raccolte fondi per i progetti del territorio: uno su tutti, l’abbraccio con Amatrice. Un’occasione per un accostamento insolito, l’amatriciana accanto al radicchio, ma anche per raccogliere denaro per la gente che ancora non è riuscita a riprendersi dal terremoto.
Argomenti:radicchio
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