Turismo a Treviso: ospiti raddoppiati, ma musei in debito
Impennata di strutture, presenze e incassi da soggiorno. Però le spese per le sale espositive valgono sei volte le entrate

Con la cultura non si mangia. Lo disse un ministro, anni fa, scatenando un dibattito che a Treviso era già stato infiammato dal testa a testa tra Giancarlo Gentilini, allora sindaco, e il presidente di Fondazione Cassamarca del tempo: Dino De Poli. L’uno operaio, l’altro mecenate.
Nel mezzo l’ombra ingombrante delle passate grandi mostre di Goldin, quelle che oggi torneranno, in una città radicalmente diversa ma con quello stesso dilemma di base: far funzionare i musei.
Lo dicono chiaramente i conti 2024 del capoluogo, quelli che approderanno in Consiglio comunale a breve e sul fronte turismo e cultura vanno letti con cura.
l’onda del turismo
Da dieci anni a questa parte, il peso del turismo è sempre più grande. Le presenze sono passate dalle 230 mila del 2014 alle 407.572 messe nero su bianco l’anno scorso (e si parla solo di registrati). Gli indici in salita, una marea in crescita con creste sempre più alte.
Le surfano gli albergatori professionisti, ma soprattutto i nuovi imprenditori dell’accoglienza formato B&B e i “pirati” del settore.
Anche qui parlano i numeri: le strutture ricettive nel 2018 erano 297, oggi 465 costituite per la stragrande maggioranza da “locazioni turistiche” (405 su 465). I B&b? Oggi ufficialmente 28. Rendono? Eccome.
Solo gli incassi della tassa di soggiorno sono passati dai 451 mila euro del pre Covid agli attuali 882.785 euro per merito soprattutto della revisione dei prezzi a rialzo decisa dal Comune e non senza malesseri dei gestori dei B&B (unici ad applaudire non a caso sono stati gli albergatori). Più turisti per la città, più incassi per tutti, tranne per la macchina culturale.
Le mostre “a debito”
I musei costano. C’è il personale, ci sono le bollette della luce e quelle del riscaldamento. Poi ci sono le spese per gli allestimenti e quelle per i vari servizi e la manutenzione ordinaria.
Da dove arrivano le rendite? In primis ovviamente dai biglietti, poi ci sono le sponsorizzazioni e i contributi esterni. Nel 2024 (ma negli anni prima non era da meno), il rapporto tra la prima lista di voci e la seconda fa pendere la bilancia nettamente verso la prima. E non poco.
Messe insieme tutte le entrate dei musei civici, con tanto di una sponsorizzazione privata da 100 mila euro, il totale è arrivato a quota 474.287 euro. Le spese? Ben 2.704.200 euro. Più di sei volte tanto.
I musei civici quindi si mantengono per un solo 17, 54%, il resto è investimento dell’amministrazione cui va dato merito negli ultimi anni, grazie alla nuova dirigenza e al nuovo assessore, di aver cercato più proposte di livello per valorizzare i musei e la cultura in genere, e di non aver avuto timore di tapparsi gli occhi davanti ai conti, e pagare per sostenere le iniziative e le esposizioni. Dopo la mostra sulla Maddalena e Hokusai, arriverà Goldin, ma gli incassi saranno per massima parte suoi.
Si paga appena l’elettricità
Merita, per capire, entrare dettagliatamente nel conto economico delle sale espositive di Treviso nel 2024.
Partiamo dagli incassi: 182 mila euro. A questi si aggiunge un contributo delle “amministrazioni locali” da 124 mila euro e una sponsorizzazione privata da 100 mila euro. Sommando soldi indirizzati ai musei dalla tassa di soggiorno (31 mila euro) e altri piccoli bonifici si arriva a 474.287 euro.
Le spese? Già solo i costi dell’energia si sono mangiati tutto l’utile. Le bollette dei civici valgono infatti 415 mila euro, ma sono solo una delle tante uscite. A farla da padrone ci sono state tutte le spese di pubblicità, allestimento, e funzionamento delle mostre con i costi di trasporto e schedatura opere. In tutto 766 mila euro, cui si aggiungono le spese per il personale (664 mila euro) la manutenzione ordinaria (237 mia euro) ed ovviamente l’inevitabile riscaldamento che ha portato a una bolletta da 279.446 euro. Tenendo conto di altre spese accessorie, ecco il conto lievitare a 2,4 milioni.
Nelle scorse settimane il Comune ha rivisto a rialzo i prezzi dei biglietti comprendendo nella spesa anche le audioguide. Ma forse non solo per quello.
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