Truffa dei lingotti, via alle class action. Le denunce partite dalla Marca
L’inchiesta sulla Global Group Consulting. L’avvocato Bruschi: «Pronti a costituirci parte civile, strumento efficace». Querele in arrivo da tutta Italia, a Treviso in fumo tra i 3 e i 4 milioni di euro

Centinaia e centinaia di denunce in tutta Italia. Decine e decine anche nella Marca, dove c’era una delle sedi della società accusata di truffa. Dopo la conclusione delle indagini, gli arresti, i sequestri di contanti e oro, e la caccia a una delle menti tuttora latitante, Samuel Gatto, il caso dei lingotti d’oro e della Global Group Consulting vede i clienti beffati mobilitarsi per cercare di riavere, in tutto o in parte, i soldi investiti.
I numeri
Mica pochi: nella Marca si parla di centinaia di investitori che hanno acquisito lingotti – spesa totale di circa tre milioni di euro – con la promessa di rendimenti del 4% mensile e del 48% annuo, e di diversi milioni rastrellati dai promotori, con l’ufficio in via Municipio, a due passi da Ca’ Sugana, e l’attività fra Coneglianese e Vittoriese.
Ma come muoversi? A Milano è partita una class action, nella Marca l’avvocato Maria Bruschi, che per prima (come in altri casi precedenti di truffe, dall’energia al superbonus) si è mossa, pensa invece alla costituzione collettiva di parte civile al momento del processo. Altre azioni di tutela sono invece al vaglio di Adiconsum, che in Veneto, in particolare a Verona, si è attivata con una specialista legale.
Le azioni legali
«È importante, a mio avviso, valutare bene i benefici che si possono ottenere come è avvenuto in altri casi di rilevanti truffe di ambito nazionale o di vasta scala», sottolinea Bruschi, «La storia dimostra che le class action non sempre vanno a buon fine, soprattutto si tratta di uno strumento non ancora attuabile pienamente in Italia per recuperare buona parte di quanto perduto dai truffati, ritengo per esperienza sia necessario muoversi con un’azione in prima battuta individuale, tramite querela e diffida legale, e poi, in secondo momento, con la costituzione di parte civile in sede penale, questa sì fattibile anche in forma collettiva, pur dovendo attendere l’avvio del processo e l’udienza preliminare davanti al gip».
Denunce e misure
La base resta la denuncia, come han fatto le due donne che dall’Alto Adige, con la loro querela contro i promotori locali di Global Group Consulting hanno innescato le indagini di Procura di Milano, Finanza e polizia valutaria, culminate negli arresti di cinque persone, due ordini di custodia cautelare non eseguiti, perché Gatto e compagna sono tuttora irreperibili, e c’è chi sostiene siano ora all’estero.
Ai domiciliari è Nicola Meneghetti, veronese, attivissimo nella Marca con la moglie Antonella Bianchi: secondo l’accusa, i responsabili della sede trevigiana e dell’attività nella Marca, rivelatasi subito terra di alta raccolta di contanti. «Non abbiamo altri strumenti», dicono gli investitori di Milano, «anche se probabilmente non rivedremo più tutti i nostri soldi, si deve fare qualcosa».
I clienti
E molti rivedono le loro scelte, tra i clienti milanesi e lombardi che hanno avviato la class action. Non solo: i primi sostenitori, sapientemente lusingati, diventavano a loro volta reclutatori di parenti ed amici, coinvolti anch’essi negli investimenti.
E assieme a questo passaparola, l’uso dei social per promuovere gli incontri tecnici in alberghi e sale riunioni, feste e cene, i risultati della raccolta. Ma “parlavano” anche il tenore di vita dei promotori, auto di lusso, le location degli eventi. Il Nucleo speciale di polizia valutaria della Gdf ha sequestrato lingotti e contanti per oltre 23 milioni, ma le stime sul denaro raccolto in Italia dall’organizzazione parlano di non meno di 200 milioni.
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