Modifica le fatture e ruba 90 mila euro all’impresa per cui lavorava

​​​​Un 44enne di San Biagio condannato a un anno e 6 mesi per il raggiro ai danni di una ditta di restauri con sede a Mestre. L’uomo versava alla ditta solo una parte dei pagamenti dei lavori

Roberta De Rossi
L'uomo è stato condannato in Tribunale a Venezia
L'uomo è stato condannato in Tribunale a Venezia

È accusato di aver derubato l’impresa mestrina specializzata in restauri per la quale lavorava di poco meno di 90 mila euro – grazie ad una ingegnoso meccanismo contabile – martedì 18 marzo un 44enne residente a San Biagio di Callalta è stato condannato a un anno e 6 mesi di reclusione e al pagamento di una provvisionale di 80 mila euro di provvisionale a favore della ditta (rappresentata dagli avvocati Alessandro Compagno e Patrizia Lionetti), oltre a 5 mila euro di rimborso di spese legali. Ma cosa è accaduto? I fatti risalgono al 2018-2019.

Secondo la Procura e il Tribunale di Venezia – la sentenza potrà essere impugnata in appello – non di semplice furto dalle casse dell’azienda si è trattato, ma di un vero e proprio raggiro ben congegnato.

In pratica, il dipendente infedele prendeva accordi con i clienti per il pagamento dei lavori in contanti (in cambio di uno sconto): dava loro appuntamento in un bar nei pressi della sede del cantiere, ma mai negli uffici. Incassava e poi riversava nelle casse dell’impresa solo una parte del dovuto. Aveva ideato un meccanismo contabile per coprire i suoi raggiri: potendo entrare anche da casa nella contabilità, dalle fatture predisposte dall’ufficio, cancellava alcune voci di spesa (ore di lavoro, acquisto di materiali) e così abbassava il totale finale dovuto dal cliente.

E tratteneva per sé la differenza: 90 mila euro in un anno. Il trucco ha retto per un po’, ma poi in ditta si sono insospettiti e hanno atteso la modifica dell’ultima fattura. Una volta scoperto, alla richiesta di chiarimenti lui ha tergiversato, accusava mal di testa, infine è stato sospeso dal lavoro, sono stati sentiti i clienti ed è partita la denuncia, che si è conclusa con la condanna in primo grado di martedì.

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