Treviso, una badante su due è irregolare
Sarebbero quasi 11 mila le lavoratrici irregolari secondo la Cisl Fnp BellunoTreviso

Una badante su due, nella provincia di Treviso, potrebbe essere irregolare. Lo comunica la Cisl Fnp Belluno Treviso durante il seminario seminario residenziale sul sistema dell’assistenza agli anziani e la non autosufficienza a Peschiera del Garda.
In provincia di Treviso nel 2023 i lavoratori e lavoratrici domestici regolari erano 10.055 di cui 43% colf e 57% badanti, per il 92,3% di sesso femminile, per il 70,9% stranieri e per il 49,2% tra i 55 e i 64 anni. Da segnalare l’aumento dell’età delle collaboratrici rispetto al 2019 ( +20% a Treviso), in coerenza con il progressivo invecchiamento della popolazione, così come - solo per la Marca trevigiana - l’aumento (+2%) della quota di italiane che si avvicinano al lavoro domestico.
Quello che spicca è il tasso di irregolarità nel lavoro domestico che, secondo l’Osservatorio dell’Inps, è pari al 51,8%: la percentuale più alta fra i diversi settori che compongono il mondo del lavoro. Considerando il numero dei lavoratori relativo al 2023 e adottando l’ipotesi che il tasso di irregolarità rimanga costante tra il 2021 (ultimo dato disponibile) e i 2023, emerge dunque che accanto a quelli regolari si contano 10.806 irregolari nella Marca trevigiana. In sostanza, per ogni colf e/o badante regolare ce ne sarebbe una che lavora in nero. La stima sull’irregolarità del lavoro domestico a livello europeo indica una percentuale tra il 30 e il 50%.
Ma quanto costa mettere in regola l’assistente domiciliare? Una badante con contratto di 54 ore, convivente, che si occupa anche dell’assistenza, ha una retribuzione lorda di 1.127 euro, quindi percepisce circa 1.000 euro al mese di stipendio, mentre alla famiglia costa attorno ai 1.400 euro.
«È inutile continuare a chiudere gli occhi e a far finta che il problema non esista - ha dichiarato Franco Marcuzzo, segretario generale della Cisl Fnp Belluno Treviso - quello dell’assistenza domestica e privata è un settore a forte presenza di lavoro irregolare e sommerso. Le famiglie si trovano spesso a operare in situazioni di emergenza e sono lasciate sole nel districarsi nel sistema badanti, che al momento è l’unico che permette di mantenere a casa l’anziano e garantirgli assistenza. Purtroppo la politica è sorda rispetto al problema, le famiglie sono lasciate in balia di se stesse, si devono arrangiare su tutto. È importante che tutti prendano coscienza del problema».
«Da parte delle famiglie - ha aggiunto Patrizia Manca, segretaria generale della Fisascat Cisl Belluno Treviso, intervenuta al seminario - c’è il timore di spendere di più mettendo in regola l’assistente, manca poi la conoscenza del contratto e a volte sono le stesse lavoratrici ad essere titubanti. Non si comprende che mettere in regola la badante significa avere maggiori garanzie su diritti e doveri per entrambe le parti. C’è bisogno di uno sforzo congiunto e integrato da parte di tutti per fare rete e sostenere la formazione del personale e i bisogni delle famiglie, fornendo assistenza e tutela ad entrambe le parti, utilizzando anche i fondi previsti da organismi paritetici per la formazione del personale che sarà inserito all’interno delle famiglie».
«Abbiamo 328 mila non autosufficienti in Veneto, di cui circa 30mila assistiti nei centri servizi anziani, le ex case di riposo, il resto conta su caregiver familiari o badanti - ha detto Tina Cupani, segretaria generale Cisl Fnp Veneto -. Tutti i non autosufficienti, così come le loro famiglie, devono essere aiutati. La Regione deve porre attenzione nella programmazione economica alle politiche che riguardano l’anziano».
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