Copertura fotovoltaica per lo stadio di rugby a Monigo. Una offerta green per pagare i lavori
C’è la svolta nel piano per l’ampliamento dell’impianto del Benetton Rugby. La società dell’energia A2A realizzerebbe il tetto con duemila metri quadri di pannelli. I costi per Edizione e Comune così si abbasserebbero da 4 a 3 milioni ma i fondi vanno trovati

Qualcosa si muove per la tribuna Sud dello stadio di rugby di Monigo, quella che dovrebbe venir eretta sopra e attorno la biglietteria sul lato di via Cisole, di fronte alla rotonda sulla Feltrina con la porta ad H che è il biglietto da visita dell’impianto, tempio del rugby cittadino e italiano, nonché riferimento internazionale.
Di più: c’è un’offerta green che potrebbe sbloccare lo stallo sul progetto già definito da Benetton rugby e Comune per portare a capienza dello stadio fino ai 6.400-6.500 posti, ma che attende sempre di trovare le risorse.
Il privato in campo
A pagare la copertura della tribuna sarebbe un partner privato, la multiutility A2A, che chiede di poter installare sopra la tribuna un gigantesco pannello fotovoltaico – quasi duemila metri quadri di superficie – con cui generare energia, e ammortizzare i costi negli anni a venire, con benefici a cascata per il territorio.
La proposta è sul tavolo, e ne vanno studiati tutti i risvolti tecnici ed economici, anche collegati alla convezione fra Comune e stadio, che dà al Benetton la concessione dell’impianto. Con una “centrale green” al suo interno, dotazione non certo diffusa.
Innovazione ecologica
Certo A2A – colosso lombardo che solo pochi giorni fa ha aperto una sede all’ex Appiani – ne fa un investimento innovativo, in grado di utilizzare un’infrastruttura come uno stadio per generare energia, e certo un’azione di marketing territoriale, all’interno della concorrenza con gli altri player del settore energetico.
Senza consumo di suolo e polemiche con associazioni di categorie e residenti, come avviene sempre più spesso, negli ultimi tempi, per l’opzione dell’agrivoltaico, anche qui nella nostra provincia.
Per Benetton rugby e Comune, indubbiamente, un deciso abbattimento dei costi della nuova tribuna, perché sarebbero da reperire – e a tutt’oggi non ci sono completamente – le risorse per erigere le gradinate e gli spazi di servizio sottostanti. E infatti si parla di un costo abbattuto da quattro a tre milioni, forse anche qualcosa meno, da erogare alla luce di un piano finanziario di sostenibilità che comprenda la revisione del contratto di concessione, con oneri a scomputo e un prolungamento di almeno 20-25 anni.
Cercansi tre milioni
Il progetto c’è, e lo ha preparato il Benetton rugby, concessionario dello stadio. Un progetto che unisce copertura e ampliamento: prevede spazi commerciali dove c’è ora la biglietteria, spacchettata in due ai lati, per le due tribune Est e Ovest, dopo la nascita della tribuna Est (sorsero scoperte nel 1975, un anno prima lo stadio aprì i battenti per il primo match contro Rovigo), il raddoppio ad Ovest negli anni ’80, poi coperte nel 1999, il rifacimento si spogliatoi, area medica e sala stampa a Nord nel 2001, il rialzo e la copertura della tribuna Est nel 2018, con cerimonia bipartisan di taglio del nastro officiata da Conte e dal predecessore Manildo.
Il piccolo aiuto della Regione
Ma la congiuntura vede il Comune non veleggiare nell’oro, e anche il Benetton, dopo l’ingresso nella galassia di Edizione e la rivoluzione nel cda, deve razionalizzare le spese, arrivate a un budget annuo di 14 milioni.
Senza dimenticare che sin qui la società biancoverde ha investito oltre 20 milioni nell’adeguamento dell’impianto, divenuto un gioiello, ben oltre le somme previste come oneri a scomputo nel contratto di convenzione.
E c’è un altro piccolo aiuto pubblico: i 450 mila euro stanziati recentemente dalla Regione, in uno dei provvedimenti a favore dell’impiantistica sportiva, che andranno a pagare gli adeguamenti dei sistemi antincendio che le legge prevedere quando si superi la capienza dei cinquemila posti complessivi.
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