Stop agli sfratti in via Pisa, due mesi per trattare

Gli sfratti in via Pisa sono sospesi fino a febbraio, ma i residenti rimangono insoddisfatti e chiedono più tempo per trovare casa

Andrea Dossi
Alcuni dei residenti di via Pisa durante una delle proteste contro gli sfratti
Alcuni dei residenti di via Pisa durante una delle proteste contro gli sfratti

Una boccata d’ossigeno arriva da Ca’Sugana per gli inquilini di via Pisa: la sospensione degli sfratti fino a fine febbraio.

Gli abitanti dei civici 16, 18 e 20 del Condominio Palazzo Pisa, però, non ci stanno: «No, gli accordi erano altri. Come facciamo a trovare una nuova casa in un mese?».

La sospensione confermata

Dopo l’incontro della scorsa settimana, è arrivata la conferma di Dora Re 1, proprietaria dell’immobile, per la sospensione degli sfratti per permettere alle 51 famiglie che risiedono in via Pisa di trovare una nuova sistemazione, passando anche per altri tavoli tecnici.

«La proprietà dell’immobile di via Pisa ha confermato lo stop degli sfratti fino alla fine di febbraio, come richiesto dall’Amministrazione comunale – spiega in una nota il sindaco di Treviso Mario Conte – Nel mese di gennaio verranno effettuati i tavoli tecnici, già calendarizzati, per consentire alle famiglie di confrontarsi direttamente con la proprietà e gli operatori territoriali che si occupano della casa per valutare nello specifico le rispettive situazioni ed arrivare così ad una soluzione condivisa».

Dall’amministrazione «un ringraziamento alla proprietà per aver accolto la nostra richiesta, che risponde da un lato alla tutela dei residenti e dall’altro alla possibilità per le parti private di valutare nel dettaglio la propria posizione».

Residenti insoddisfatti

Gli sfratti, dopo la seconda uscita dell’ufficiale giudiziario, erano stati rinviati in un primo momento al 29 gennaio in poi con l’uscita dei primi due inquilini del civico 16. Un ulteriore mese di tempo che non soddisfa i residenti.

«Non sono gli accordi presi, eravamo in parola di bloccare del tutto gli sfratti e di rifare i contratti di affitto con una scadenza consona per permettere alle persone di trovare una nuova sistemazione» ribatte Miguel, uno degli inquilini di via Pisa, «vuol dire che entro un mese dobbiamo trovare una nuova casa e, come si sa, il mercato degli affitti è poco accessibile: non si trova un’abitazione da un giorno all’altro. Ora aspettiamo una chiamata dal sindaco perché ad oggi non sono calendarizzati gli appuntamenti con ogni singola famiglia. Certo, si è parlato di questo ma non è stata fissata nessuna data».

Intanto, pare che una famiglia abbia già trovato una nuova soluzione: «In settimana dovrebbe firmare il contratto, vediamo se usciranno» chiude Miguel, ma è comunque una famiglia su 51».

Caminantes: indagare sula proprietà

L’associazione Caminantes e il centro sociale Django continuano ad essere vicini agli inquilini di via Pisa e chiedono che, oltre a bloccare gli sfratti, si indaghi sui proprietari, la Dora Re 1 (che a sua volta è di proprietà di un fondo nederlandese), che un anno fa ha acquistato all’asta gli appartamenti del Condominio Palazzo Pisa.

«Non capiamo chi siano questi operatori territoriali che dovrebbero incontrare» incalza Gaia Righetto, associazione Caminantes e Django, «la situazione rimane uguale a prima. Bene che si interessi l’amministrazione comunale, anche se prima diceva che era un affare tra privati. Oltre alle parole, però, servono i fatti: non si può permettere ad un privato di fare i propri interessi sulla pelle delle persone. Gli inquilini chiedono che il contratto di affitto che scade nel 2027 venga ritenuto valido per avere il tempo di avere certezze. Ci sono 120 case comunali, è giusto che vadano a chi ha bisogno. Sarebbe giusto indagare sui proprietari, che hanno un capitale sociale di 10 mila euro. Quelli precedenti erano indagati per infiltrazioni camorristiche, l’agenzia che aveva i contratti di sublocazione è sparita dopo aver cambiato nome più volte. L’operazione di acquisto al prezzo di 33 mila euro ciascuno degli appartamenti è trasparente?»

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